in moto in sicurezza

 


Leggo che sarebbero in aumento gli incidenti mortali in moto. Indipendentemente dalla statistica, è sufficiente sfogliare il quotidiano locale per imbattersi quasi ogni giorno, e immancabilmente ogni fine settimana, in incidenti gravi che coinvolgono le due ruote. 

Le cause? Da parte degli automobilisti sono due i comportamenti che balzano agli occhi. Uno è la distrazione. Che non è difficile mettere in relazione con l’uso del telefono in auto, non solo per chiamare ma anche, incredibilmente, per leggere ed inviare messaggi. È difficile credere che ci sia ancora chi non si rende conto che maneggiare il telefono mentre si è alla guida espone a pericolo sé stesso e gli altri. Evidentemente troppe persone sono così stupide da non essere in grado di mettere in relazione il proprio comportamento con le sue conseguenze.  

Secondo: l’arroganza alla guida. Forse è una mia impressione, ma nel dopo lockdown, noto di più uno stile di guida pericoloso e irresponsabile, nella velocità e nei sorpassi. In autostrada non passa minuto senza che si sia testimoni di una manovra azzardata, potenzialmente in grado di provocare un incidente. 

Guidare è un momento sociale, non una gara personale. D’altra parte è molto più facile essere multati per sosta sulle strisce blu o per procedere a 60 all’ora in prossimità di un paese, che per guida pericolosa. 

Ci sarebbe anche una terza causa: la sopravvenuta incapacità di guidare. Quanti anziani costituiscono un ostacolo al traffico, salvo eseguire poi manovre pericolosissime, come un cambiamento di direzione non segnalato per tempo dalla freccia? Quando non imboccare una strada contromano, caso non così raro. 


Naturalmente, per “scontrarsi” bisogna essere in due. Questo per dire che il motociclista è la parte debole, quella più a rischio di farsi male, ma spesso non difetta della sua quota di responsabilità. 

Una causa è l’imprudenza. Abitualmente vedo motociclisti che non rispettano la distanza di sicurezza, zigzagando fra le automobili e approfittando di ogni spazio virtuale, compresa la mezzeria fra le auto che vanno e auto che vengono. È sufficiente che un’auto freni improvvisamente, o che si sposti lateralmente a destra o a sinistra, perché si faccia la frittata. Con le ossa del motociclista. 

Fare lo slalom fra le auto è divertente nei videogiochi, ma troppo pericoloso nella realtà. 

Nel traffico, personalmente inserisco una “mappatura” mentale: la modalità “guida di trasferimento”. Procedo con pazienza con il motore che ronfa tranquillo a basso regime, in attesa di strade più divertenti. 

A differenza di chi guida la moto, la maggior parte degli automobilisti non ha una visione tridimensionale della strada. Spesso non si rende conto del sopraggiungere di un motociclista, né di poter essere sorpassato quando non ne sussistono le naturali condizioni. Un automobilista può cambiare corsia o girare all’improvviso senza sognarsi di azionare (per tempo) l’indicatore di direzione. Di regola gli anziani inseriscono la freccia “mentre” stanno curvando, come se si trattasse di un organo meccanico dello sterzo. 

Una condizione frequente, ma al tempo stesso molto pericolosa, è il “risalire” una colonna di auto in coda. Può capitare che un automobilista decida nervosamente di fare un’inversione senza guardare negli specchietti retrovisori, e senza inserire la freccia. Una quota non trascurabile di automobilisti neanche li sa usare gli specchietti retrovisori esterni. 

Il motociclista deve essere pronto a fronteggiare qualsiasi manovra. Deve essere uno psicologo della strada. Personalmente mi faccio un’idea di quello che un automobilista potrebbe combinare anche dal modello dell’automobile, e da quello che riesco a sbirciare dal lunotto posteriore. Ci sono marche di auto associate a condotte di guida più arroganti, o più imprudenti, e altre che mettono in allarme perché suggeriscono la potenziale inettitudine del conducente. 

Il motociclista dovrebbe domandarsi il perché di ogni situazione strana: un’auto che procede troppo lentamente potrebbe avere un’ostacolo di fronte, per esempio un animale, oppure avere in animo di compiere una manovra azzardata, se non assurda. Nel caso, decido di farmi notare con un colpo di clacson. 

Anche la segnaletica orizzontale non va ignorata: se la mezzeria è una doppia linea continua, c’è sempre un buon motivo, anche se noi non lo vediamo. Allo stesso moto, non si sorpassa mai in prossimità di un incrocio, anche se spesso ce ne offre l’occasione. 


Ma la causa di gran lunga più frequente dell’incidente stradale è la velocità. Spesso la moto è falciata da un’auto che le taglia la strada. Succede perché l’automobilista non è riuscito a calcolare in modo corretto la velocità della moto, che evidentemente non andava adagio. Esistono limiti di velocità: 90 km/h e 50 km/h. Rispettarli è una buona idea. 

Sui tornanti di montagna è divertente piegare e dar gas, ma la strada dopo la curva non è visibile. Mi sono fatto regola di non andare mai più veloce del punto visibile di frenata. E per frenare, chi ha fatto esperienza lo sa, ce ne vuole parecchio di spazio. Motociclisti molto abili nella piega sono entrati nel lunotto di automobili ferme sulla carreggiata, per esempio per un semaforo di quelli che si mettono nei cantieri. 

Affrontare un passo montano in un fine settimana ci espone all’esperienza di motociclisti idioti, fuori dalla loro corsia, che sorpassano a destra e a sinistra come se stessero gareggiando (e magari lo stanno facendo). Queste persone non hanno abbastanza intelligenza da poter possedere una patente di guida. 

Da ultimo aggiungo l’esempio della colonna di moto. Il primo motociclista intravvede la possibilità di un sorpasso, gli altri lo seguono a ruota, per evitare di passare per lenti, anche quando la finestra di sorpasso inevitabilmente si è chiusa. Il risultato è sfidare il destino, per sé ma purtroppo anche per chi si trova in quel momento sulla loro traiettoria. In occasioni come queste, avessi avuto un’arma da fuoco, l’avrei usata.  


Andare in moto deve essere un divertimento. Non vale la pena di farla finire in tragedia. Per noi e per chi ci aspetta a casa. 

P.S.: è incredibile quanto si impara ad un corso di guida sicura. Potrebbe essere un'idea per un regalo da fare a noi stessi. 

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