Comparativa enduro stradali Adventure con ruota da 21 pollici

Le case motociclistiche stanno puntando forte sul segmento delle Adventure, vale a dire le moto enduro stradali con una ruota anteriore da 21 pollici -- una dimensione particolarmente adatta al fuoristrada. 

Il 21” aumenta la stabilità della moto, specie su terreni in cui le asperità del pavimento porterebbero alla perdita della direzione; a scapito, naturalmente, dell’agilità che può dimostrare una 17” sull’asfalto. 

Tutte le riviste di motociclismo di recente si sono misurate con qualche maxi prova comparativa di Adventure. Potevamo non fare lo stesso noi di motociclette blog? 

Con un caveat: non credo di essere qualificato a giudicare una Adventure, per almeno un paio di buoni motivi. Uno, le Adventure sono maxi moto orientate al fuoristrada, ed io non sono un fuoristradista. Due, i piloti di fuoristrada sono dei manici, ed io non lo sono, sono un modesto pilota romantico, e le strade bianche le prendo solo per il piacere di guardarmi attorno, non certo di correre. 

Dunque, premetto che non sarà una prova obiettiva, ma estremamente soggettiva. Vi racconterò come vanno queste moto quando le piloto io, e quali mi piacciono di più, e quali meno.  Ma il vostro giudizio potrebbe essere molto diverso dal mio.


Prima della prova avevo persino dei dubbi sulla reale necessità di moto da fuoristrada da 1000 cc. La moto ideale per la strada sporca, si sa, è costituita da mezzi leggeri, monocilindrici, da mezzo litro o meno. 

Il mio preconcetto sulle Adventure è che si trattasse in fondo in fondo di una moda, legata alla nostalgia degli storici modelli da enduro degli anni ottanta e novanta, che riportano il motociclista di oggi ai giorni della sua giovinezza. 

Guidando queste moto per una pezza giornata, però, mi sono ricreduto. L’Adventure è un mezzo per manici a cui piace il turismo impegnativo, ed intendono svolgerlo con una moto completa a 180°, senza doverla, per esempio, trasportare con il carrellino. 

Strade bianche ne esistono assai più di quanto si immagini: per esempio l’Eroica, le vie del Sale (tutt’altro che facili), le strade militari sulle Alpi, o magari il serir, il deserto di sassi del Nord Africa, e tante altre ancora. Insomma, ad esserci portati, c’è da divertirsi eccome. 


Come regola per le le moto da fuoristrada, queste Adventure sono alte o altissime, per avere una buona luce sotto il telaio, e sospensioni all’altezza del compito. E quasi mai sono abbastanza leggere da poterne correggere la traiettoria con un colpo di stivale, senza rischiare la frattura multipla. Insomma, si sale arrampicandosi, e ci vuole un po’ di malizia nel muoversi, anche se tutte quante diventano estremamente mansuete una volta in moto.

Per quanto piuttosto simili, pilotandole mi sono fatto la mia idea, con le mie preferite e quello che ho capito meno. Ho stilato una mia classifica, e abbiamo un vincitore. Anzi, ne abbiamo addirittura due. 

La consuetudine vorrebbe che si partisse dall’ultimo posto, per svelare infine il vincitore. Io farò il contrario. 


The Winner is... O meglio, the winners are


KTM 890 Adventure ★

È la moto perfetta. L’altezza giusta, la posizione di guida naturale, in perfetto equilibrio fra comodità e presenza fisica sul manubrio, motore elastico, morbido e potente, che non strappa mai ma ti accompagna sempre pronto, ciclistica intuitiva, stabile e agile assieme. 

La KTM è perciò anche decisamente facile da portare. L’ho guidata per ultima (o quasi) dopo aver provato tutte le altre, e mi sono sentito molto gratificato e decisamente, finalmente, a mio agio. 

Giù lungo una discesa di tornanti, facile e precisa da impostare, sincera, intuitiva, leggera, non ti mette mai in difficoltà, neanche quando devi riaprire la manopola del gas. Sul rettilineo è forte della sua potenza. In piedi è ben controllata fra le gambe. La KTM ti infonde sicurezza, guida lei per te. Esteticamente ha una personalità forte, in realtà piace praticamente a tutti, e anche a me. Ad avere 15.000 €, è la scelta vincente. 


Yamaha Ténéré ★ 

A salirci, mette addirittura tenerezza tanto è servizievole. È alta, ma non lo da a sentire, perché è sottile. L’impressione è quella di una bicicletta: leggera, salda fra le gambe, agile, con un motore così preciso in accelerazione e decelerazione da sembrare elettrico. Guidandola in piedi, è quella meglio disegnata del gruppo, con il manubrio ancora alto a sufficienza. È la più facile da guidare, si sente che è nata per il fuoristrada, ma poi anche sulla strada statale resta confortevole. Considerato il prezzo, con un paio di valige laterali non vedo rivali nella scelta. Unico difetto, la strumentazione, di una tecnologia precedente, l’unica non a colori, un po’ difficile da interpretare. Ma ci sta, abbiamo sempre guidato senza un iPad sul manubrio. 


Tutte le altre: 

Husqvarna Norden 901 

Ci è stata venduta come la versione turistica della KTM Adventure, ma la prova mi racconta un’altra storia. Innanzi tutto il design: grossa e originale, non passa inosservata; non c’è chi non si giri a guardarla. Esteticamente è quella che mi piace di più del mazzo. È anche la più comoda, a morbidezza della sella. Ma i pregi, dal mio punto di vista, si fermano qui. È altissima. Un cammello, un fenicottero, ti ci devi arrampicare, e quando ti fermi, metti a terra un piede solo. Il motore dovrebbe essere lo stesso della Kappa 890 ma, almeno sulla moto che ho guidato io, si è comportato diversamente. Anziché essere così morbido, ha più la tendenza a strappare, a correre avanti, il che, assieme all’altezza, mi ha messo in difficoltà sui tornanti. Anch’io la vedo una bellissima moto da turismo estremo, ma allora perché non farla più bassa, e perciò più adatta? Invece il carattere pare proprio aggressivo, da Husqvarna, insomma. E costa persino di più della sorella arancione. 


Aprilia Tuareg 660 

L’estetica richiama la Ténéré, magari con un extra di lusso in più. Altissima, anche su questa moto ci si arrampica. Il motore è pieno, pronto, nervoso, non aiuta, ma da quello che ho sentito dagli altri tester, la sua potenza piace ai “manici”. Un motore da guerra, che gratifica chi lo sa sfruttare. E che scalda parecchio le cosce. Il che potrebbe essere un vantaggio con il freddo, ma decisamente non d’estate. 

Bello il rumore, un ruggito, tanto che ci si sorprende a dar gas solo per sentirlo. Probabilmente la Tuareg non si propone al pilota casuale, ma al professionista, allo scafato. 


Honda Africa Twin 

Qui casca l’asino, cioè il sottoscritto. Perché io l’Africa Twin non l’ho capita. È bella e di stirpe. Ma è enorme, più di ogni altra moto della categoria. Un dromedario, e pesa come un rinoceronte. Ho faticato a levarla dal cavalletto e a partire. Poi, va da sé, è praticamente perfetta, il motore è elastico e potente, la guida è precisa. Anzi, è il modello con cui mi sono trovato ad andare più forte, senza neanche rendermene conto fino a che ho visto il numero sul bel tachimetro e ho chiuso il gas. Però non l’ho goduta, anzi, mi ha messo un po’ di timore. Se devi andare in fuoristrada, che c’è di più adatto di una Ténéré? E se vuoi fare turismo, perché non una globe-trotter come la GS, o una crossover confortevole come la Guzzi TT? 

La Africa Twin non è la mia ragazza. 


Questi sono i modelli che ho provato, ma non sono sono gli unici della categoria. Per esempio la Ducati Desert X, bella e Ducati. E costosa. Non vedo l’ora di provarla. Praticamente toglie la Multistrada dalla graticola del fuoristrada. 

La tricilindrica, la Triumph Tiger 900, che nella versione Rally monta la ruota da 12”. 

E l’outsider: la Moto Morini X-Cape. Tecnicamente non fa parte della categoria, perché la ruota anteriore è una 19”. Ma a vederla, senza misurarla con il righello, non si direbbe. Non l’ho ancora guidata, ma a guardarla fa la sua impressione. E quando senti che costa solo 7.190 € non ci credi. 

Certo, la domanda aleggia nell’aria: è una Morini? È una cinese? Avrò altro da aggiungere dopo essere riuscito a provarla. Ma a vederla, assicuro che fa colpo. Potrebbe rivelarsi un asso pigliatutto per il mercato. 


Ma c’è un’ultima moto ancora che ho provato, fuoristrada con la ruota del 21”: 


Royal Enfield Himalayan

Appartiene ad una categoria differente. Non è alta, non è potente, non è bellicosa. La vedo come un mezzo da trasporto per la montagna, una “Alpi” (o una “Appennini”). Un bel mezzo per muoversi, con intelligenza, ma non con propositi sportivi

Ha i cavalli giusti per la strada, anche asfaltata, ma non quelli per esagerare. Non manca di sound, è intuitiva da guidare, non è scomoda, infonde un’impressione di robustezza. Se la gioca con le piccole cilindrate, di cui esistono modelli BMW, Honda e persino KTM (tutte con ruota da 19). E Voge e Benelli. 


Ma la KTM 390 Adventure è molto divertente da guidare, e spinge anche. Ben inteso, costa 7.350 €. 


I prezzi sono puramente indicativi, e sempre "a partire da". Per alcuni marchi, come - tradizionalmente - BMW, il prezzo finale si discosta anche di molto dal prezzo indicato. 


NEW 👉🏻 Motocatalogo blog 

Commenti