EICMA 2012

Dopo anni di motosalone passati a ripeterci che era l'edizione della "crisi", questo salone nel quale nella crisi siamo immersi fino al collo ha un'aria quasi confidenzialmente dimessa, un salone da cui non ci aspettiamo fuoco d'artificio e forse proprio per questo piacevole e rilassante.
All'EICMA 2012 non si sono visti stand faraonici e non sono esposti pezzi da novanta, ma dappertutto ci sono comunque piccole novità e promesse che fanno ben sperare in un'industria motociclistica ridimensionata ma vivace. Il trend che si registra è quello della riscoperta delle medie cilindrate; se una volta circolavano motori da 250, 350, 500 cc, la moda della potenza a tutti i costi aveva portato a considerare "piccole" le 750. Ora ricompaiono i 500 cc (Honda) e persino i 390 (KTM), indirizzati probabilmente a catturare i giovani, dal momento che i motociclisti più appassionati sembrano essere ancora quelli di una volta, cioè quelli brizzolati dell'epoca in cui il cinquantino era un momento iniziatico della crescita.



Per un motociclista classico come me le novità più eccitanti sono rappresentate quest'anno da anteprime. Per esempio l'Husqvarna Baja 660, un fuoristrada turistico di grande fascino che trae ispirazione delle belle Husky degli anni settanta, quelle con il serbatoio rosso con i due fianchetti metallizzati all'altezza delle ginocchia. Il modello immortalato dalla copertina di Sports Illustrated con Steve McQueen.


Ancora più adrenalina fa scorrere il ritorno, atteso da troppo tempo, di una delle moto più rivoluzionarie di tutti i tempi, l'Honda 750 Four. Se allora era rivoluzionario oggi il bel motore a 4 cilindri raffreddati ad aria è vintage, ma sempre di effetto (e cresciuto a 1100 cc). È stato bello arrivare allo stand della moto giapponese proprio mentre una TV francese stava girando un servizio, perché sembrava evocare proprio il fumetto di Joe Bar, la bella serie sui motociclisti parigini in cui Joe, appunto, guidava proprio una 750 Four. La nuova CB (questa è la sigla) non è una vintage cromata, anzi stupisce per i dettagli spartani. I gruppi ottici sono in plastica, i metalli opachi, nessun fronzolo che catturi l'occhio. Ma il risultato globale non manca di fascino, e nonostante la riluttanza con cui Honda sembra proporre un modello così lontano dai suoi standard industriali "automobilistici" di oggi, non dovrebbe mancare del successo europeo, almeno se a tanta semplicità corrisponderà un prezzo altrettanto asciutto (si parla di diecimila euro, non pochi ma neppure troppi). Appagare l'occhio non è tutto per una motocicletta e bisognerà anche guidarla questa CB 1100; ma le premesse ci sono tutte. Per il resto Honda sembra puntare sempre di più sulla sua filosofia di costruire moto di segmenti diversi (enduro, stradali, sportive) sulle stesse basi, che se pure pare un modello motociclistico un po' giocattoloso pure pare che funzioni dal punto di vista del mercato, sopratutto probabilmente per un pubblico abbastanza giovane.


Ricco come sempre lo stand BMW (e come potrebbe essere diversamente per la casa che vende più moto in europa?), ma il trend generale per i tedeschi sembra una giapponesizzazione delle linee, forse per corteggiare il pubblico dei motociclisti cresciuti con Jeeg Robot d'acciaio alla TV. La nuova R1200 GS con il motore a raffreddamento misto aria liquido è la reginetta dello stand, ma le sue linee spigolose e futuristiche sono antitetiche alle belle R80 GS pure esposte (comprese la più bella di tutte, l'essenziale Basic dalle plastiche di colore bianco). PS: da notare i nuovi blocchetti delle frecce, finalmente raccolti tutti assieme a sinistra secondo gli standard universali. La serie bicilindrica F presenta la nuova GT che prende il posto della ST, con una linea fin troppo seria, mentre la Roadster pure diventa ancora più fumettosa.


Per tutti noi classic bikers dal giubbotto di pelle l'emozione è racchiusa in un solo disegno, poco più di un logo, che mostra il profilo di una bellissima nuova / vecchia roadster boxer bicilindrica con le forcelle normali (non telelever come le altre R) e con la sella monoposto. Staremo a vedere, una nuova R1200 Roadster un po' più aggressiva dell'attuale sarebbe una grande idea.


Per restare sulle novità, una delle più ammirate è la voluminosa nuova California 1400 cc di Moto Guzzi. Molto grossa, lunga, pesante, lussuosa e costosa, segue un trend opposto alla semplificazione delle altre case. Molto ammirata, probabilmente Piaggio conta di venderne soprattutto sul mercato americano, più vasto e ricco del nostro. Per il resto non si è visto altro che le solite, belle ma piccole, V7. Per ora nessun indizio della Strada prossima ventura. A quando una aggressiva roadster con l'aquila e l'amato motore a V?


Tranquillo anche lo stand Ducati; nessuna novità eclatante, solo una serie di aggiornamenti su colori e grafiche (che a questo punto sono un po' meno belle delle recenti). Ma un trend preciso: la rincorsa ad un pubblico più turistico, grazie all'adozione generale di borse e selle comode praticamente su tutti i modelli, compresi "l'ignorante" Diavel e la HyperMotard.  Ai miei occhi è la conferma di un desiderio di trasformarsi, come annunciato in passato, dalla Porsche all'Audi delle motociclette, complice l'acquisizione proprio della casa tedesca. Certo ci vorranno modelli dedicati e non solo adattati. Resta da aggiungere che una Diavel con le borse stride un po', ma forse è solo la forza dell'abitudine.

Morini come al solito è assente, o meglio stranamente presente solo fuori dal salone. Ha recuperato i modelli della precedente gestione, come la Granpasso, la Scrambler e la Corsaro, proposte con forte personalizzazione di colore, che però a questo punto appaiono un po' datate. Spero che non significhi il credere meno ad un modello moderno, di forte personalità e ben riuscito come la nuova Rebello, che davvero uno stand, per quanto piccolo, lo avrebbe meritato. E che meriterebbe anche una versione più turistica e meno sportiva. Hai visto mai?

Molto belle le KTM, che proseguono a progredire come moto per il pubblico più sportivo. Belle le stradali Duke e SuperDuke (mono e bicilindrica), e molto bella la nuova Adventure, che è l'unica  enduro stradale veramente originale e non derivata dalla BMW GS (a parte Ducati Multistrada e forse Moto Guzzi Stelvio). La nuova Adventure, dalla linea decisamente svecchiata, arriva in due sapori: quella più stradale, con la ruota anteriore da 19", e quella più off-road con la tradizionale ruota da 21".


Più che completo lo stand Triumph, dove la linea delle enduro Tiger è cresciuta oltre il computabile: ormai ci sono modelli di tre cilindrate e con preferenze stradali, off-road e adventure per un totale di non so più quanti modelli. Le mie Triumph preferite sono sempre le immortali Bonneville, che quest'anno rivedono i colori in verde smeraldo, verde opaco, nero, viola e qualcos'altro.


Delle jap, a parte la citata Honda, non saprei dire perché a me sembrano tutte uguali, oltretutto con quelle sigle al posto dei nomi. In Kawasaki ho visto solo la bella vintage, la W800, e l'esposizione delle star degli anni 70 e 80, su cui svettava la 900 Mach IV. Comunque lo stile è il solito.
Che dire? Un bel salone, divertente, ed una bella giornata per chi l'ha visitato. Con tante prospettive per il 2013, e le prospettive per il futuro sono tutto, nella vita.

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