Elogio della Moto Guzzi Stelvio


Ho sempre avuto una grande ammirazione per le coppie che restano assieme per tutta la vita. Allo stesso modo ho sempre ammirato i motociclisti che guidano da tempo immemorabile la stessa motocicletta, che sentono indissolubilmente propria, conoscono come le proprie tasche e con cui hanno condiviso strade e anni della propria vita. Invece io l'altro giorno ho venduto la mia Moto Guzzi Stelvio bianca. Siamo stati assieme cinque anni, dalle Alpi alle piramidi, dalla Route des grandes Alpes al deserto del Sahara. Mi ha salvato la vita almeno due volte: la prima quando d'inverno con la neve per terra giravo in una rotonda ed improvvisamente un'auto (si sarebbe scoperto dopo guidata da una ragazza giovane e inesperta) mi tagliò la strada. Frenai anche con le unghie e la moto, sprovvista di abs, si intraversò; mollai i freni in attesa della inevitabile scivolata ed invece la Stelvio si raddrizzò, sfiorando l'auto senza toccarla. La seconda volta c'era buio e diluviava a secchiate, sulla circonvallazione di Bergamo (di ritorno da Mandello, dopo aver attraversato le Orobiche). Le gocce di acqua sulla visiera rifrangevano i fari delle auto rendendomi cieco. Entrai in una rotonda inondata d'acqua ma l'auto alla mia sinistra contro ogni previsione non ne uscì dalla rotonda ma incrociò invece la mia rotta: anche in quella occasione mi aggrappai ai freni fino a percepire nettamente che le gomme si erano bloccate, scivolando sullo strato d'acqua, ma la Stelvio restò dritta, verticale, proseguendo senza uscire dai binari come se fosse sugli sci. Anche quella volta me la cavai, e ne ringrazio il cielo, l'angelo custode e la Stelvio bianca. Perché fra i suoi tanti pregi la Moto Guzzi Stelvio 1200 ha primo fra tutti la stabilità: è stabile come un treno di quelli americani, incollata ai binari, e di scivolare a terra non ne vuole proprio sapere.

È grande la Stelvio, come tradizione Guzzi: la California. È pesante anche, e se pure in movimento è agile come una libellula, in sosta e in manovra è necessaria un po' di malizia (come ha scritto in modo indovinato un giornalista di dueruote). È comoda, e per le strade  ci viaggi "sitting on the top of the world". In autostrada, sul misto, e persino sulle piste ti fa sentire un Re; certo, sui tornanti a piano carico per quanto agile tutta la ruvida cavalleria del bicilindrico a quattro valvole impone qualche dota da pilota. Inaspettatamente si trova a suo agio (meglio di ogni altro grosso enduro stradale - con l'eccezione della sola Kappa Adventure) sullo sterrato: la posizione in piedi sulle pedane viene naturale, con le braccia larghe, le ginocchia ben piantate nel serbatoio ed il busto perfettamente diritto (e non piegato in avanti già sbilanciato come succede sulle altre). Ho guidato strade sassose in salita ed in discesa e la Stelvio se le mangia come fosse la più asfaltata delle strade. Le buche ed le cunette non mettono in nessun imbarazzo le sospensioni, i freni Brembo sono perfetti, potenti e progressivi anche senza ABS, ed il motore gira sempre elastico e non manca mai di una riserva di potenza da scaricare a terra. Viceversa la città non è l'ambiente naturale per una moto così poderosa. Io ho preso l'abitudine di usare la Stelvio per i viaggi e la simpaticissima Bonnie nell'uso quotidiano. Questo ed una propensione culturale per le classic bike stradali mi hanno spinto all'acquisto di una moto sola che unisse le doti migliori delle due. L'ho cercata a lungo, perché l'avrei voluta italiana ma la Moto Guzzi della gestione Piaggio non ha riflessi pronti e non produce più stradali; e le Ducati, per quanto entusiasmanti, producono una sola moto da viaggio, che è una enduro stradale come la Stelvio. Alla fine la moto perfetta l'ho trovata, ma non è made in Italy. Quale sia lo racconto nel prossimo post.


Mi mancherai, bella Stelvio, e mi mancherà il rombo (tranquillo da fermo, un ruggito in sorpasso) del bicilindrico a V e la sua pulsazione, sincera come quella di un cuore che batte.

Commenti

ste ha detto…
bmw 1200 r?
ste ha detto…
allora? quando sciogli l'arcano?
Fabio ha detto…
Come recita un detto: "Il polpo deve cuocersi nella sua acqua"...
Quando sarai pronto e avrai capito che guidare un elettrodomestico non ti darà mai le stesse emozioni e sensazioni del bicilindrico di Mandello sono sicuro che tornerai a "casa".
Ho conosciuto più di un motociclista che ha seguito questo percorso.
Blue Bottazzi ha detto…
Il V Guzzi ha una personalità inimitabile, una grinta macho sportiva quanto basta e solida. Però da quanti anni non viene sfruttata come si deve, ed ora da Piaggio meno. Ne mai. Invece BMW sfrutta il suo know how al 101%. E ti assicuro che non c'è nulla di elettro-domestico nella R 1200 R.