Harley Davidson on tour


Le Harley hanno un grande fascino, ma sui nostri lidi si portano dietro la fama di essere moto bellissime ma più avvezze ad essere esibite per l'aperitivo che ad affrontare i tornanti dei passi alpini o comunque tour a largo raggio. Al massimo le si incontra ai raduni dei chapteristi... anche se a dire il vero capita talvolta di imbattersi in una ganga di harleyisti in improbabili posti impervi. Nella mia ricerca irrisolta verso la classic bike definitiva mi è capitato qualche volta di accarezzare l'idea di acquistare una delle moto di Milwakee, magari un modello della numerosa famiglia delle Sportster. Quale occasione migliore dunque dell'Harley Davidson on tour organizzato dal concessionario di Parma nella bella cornice dell'Autodromo Paletti a Varano de Melegari, in quel magnifico catino motociclistico rappresentato dalle Valli di Ceno e di Taro? Mi presento il sabato di buon ora e l'idea si rivela subito vincente: le moto sono tante, e belle, ed il pubblico ancora non è troppo numeroso. L'occasione è ghiotta per fare un pieno di prove di Harley. Purtroppo il fattore limitate si rivelerà la lentezze delle operazioni di reception, che farà in modo che ad ogni giro siano diverse le moto che restano inutilizate nel box.
Per il resto la gentilezza e la simpatia sono tante. Mi presento, per non dar nell'occhio, con un giubbotto in pelle su una maglietta dei Grateful Dead. I capelli sono argentati, la pancetta c'è, potrei anche provarci a confondermi con un harleyista. Apro le ostilità con un mezzo che ha sempre esercitato il suo fascino su di me, la Sportster XR1200, una Harley quasi ibrida, bella nel design ma più plasticosa delle sorelle che fanno delle cromature il punto di forza, e più tecnica e sportiva della media. La posizione di guida mi lascia perplesso: le gambe sono rannicchiate ed il busto verticale, il manubrio non molto largo, in un atteggiamento che definirei alla... turca. Il motore è decisamente più nervoso e spigoloso delle attese, e, complici anche gli specchietti retrovisori che mi restituiscono sono le immagini dei miei guanti, passo i primi minuti della prova a orizzontarmi (malamente) sul mezzo. La prova si svolge sulla bellissima strada che da Varano corre verso Varsi e Bardi (curve aperte e veloci) ma purtroppo solo per un pugno di chilometri. Si avanza per una decina di minuti e subito è il momento di fare inversione e tornare alla base (sono tentato di scappare e lasciarmi riprendere non prima di Bardi). Nel ritorno ho capito la posizione della moto, ho preso confidenza con le leve del freno, della frizione e del cambio e finalmente apro un po' la leva del gas, per scoprire che il fascino della XR sta proprio li, nel motore che, brusco ai bassi e sulle rotonde, diventa divertente e generoso quando è libero di girare. Resto un poco indietro proprio per poter aprire il gas, e un'accelerazione sul rettifilo del ponte prima dell'Autodromo mi rende proprio simpatica la XR. Certo è un modello particolare, che rischia di non piacere all'harleyista e di non riuscire a catturare il motociclista "altro". Io la comprerei? Probabilmente no.

Ho già guidato la Sportster 883 e anche se la mia impressione di neofita è che non ce ne siano due modelli con lo steso assetto e lo stesso manubrio, mi è sembrata divertente. Mi era rimasta però la voglia di scoprire come sarebbe guidare con le gambe distese anziché rannicchiate, ed addocchio una bella Sporster nera lucida con la scritta sul serbatoio, che credo si chiami Forty-eigtht. La posizione delle gambe non è male, anche se alzandole da terra bisogna ricordarsi di portarle avanti anziché zampettare nel vuoto alla inutile ricerca delle pedane. Con il cambio me la cavo, ma per il freno a pedale non c'è nulla da fare: userò per l'intero percorso solo quello davanti. È piuttosto la posizione delle braccia ad essere scomoda, così distese in avanti da far male dopo pochi chilometri. L'avantreno non trasmette stabilità e ci volle un po' per capirne il feeling, ed il motore, a differenza di quello della sportiva XR, è più pastoso ma non ha voglia di salire di giri. Arrivo affaticato dopo solo un quarto d'ora. Probabilmente la moto più scomoda che abbia mai guidato, di una filosofia del tutto differente.
Avrei voglia a questo punto di provare un modello più corposo, che da l'impressione di essere un buon compromesso fra le Sporster e la Harley più pesanti: la bella Dyna Glide, qui disponibile in giallo ornato da fiamme ed in nero, ma i piloti della concessionaria sono affamati ed il circo chiude per il pranzo. Peccato, sarà per una prossima occasione.

Può anche darsi che io non sia destinato ad essere un harleyista, anche se i guzzisti sono in qualche modo cugini d'oltreoceano. Però la filosofia mi piace: se trovo una harleyista carina la sposo.

Commenti

HOG ha detto…
HD : per pochi.