Passo del Brattello


Nel cuore dell'Appennino Parmense c'è una splendida conca, rappresentata dalla Val di Ceno e dalla Val di Taro. Un triangolo geografico al confine fra piacentino, parmense e genovese delimitato dai centri di Bardi, Varano de Melegari, Fornovo, Berceto, Borgo Val di Taro, e da una serie di passi dai nomi evocativi di Tomarlo, Bocco, Cento Croci, Pellizzone, Brattello, Cisa...
Di tutti il più bello è quello che attraversa la Foresta del Brattello, che da il nome al passo che mette in comunicazione la bella cittadina di Pontremoli con Borgo Val di Taro seguendo dunque l'antica terra di Lunigiana.
Come tutti i passi, ha un verso giusto ed uno sbagliato. Il modo migliore per dare l'assalto al Passo del Brattello è da Pontremoli, proseguendo dalla bella cittadina verso l'aspro Passo della Cisa ma seguendo verso sinistra il cartello stradale dopo neppure un chilometro.
La salita al passo è interamente sotto un fittissimo castagneto: non per niente prende il nome di "foresta". Le curve non sono interrotte neppure da un pezzetto di rettilineo, però sono curve morbide senza tornanti e sotto una luce verde che colora di fiaba la strada, tanto con il sole quanto con il brutto tempo. L'unica attenzione è richiesta in autunno, ché se pure è la stagione più romantica per questo giro è anche quella con l'asfalto ricoperto di foglie morte - che se bagnate diventano davvero viscide.
Non si incrociano automobilisti lungo una strada che non va da nessuna parte, ma neanche centauri in gara: i primi preferiscono l'autostrada, i secondi il Passo della Cisa. Sotto le fronde della Foresta del Brattello incontrerete solo motociclisti in vena di turismo romantico in sella a bicilindrici GS, V-Strom, Transalp, Moto Guzzi, magari Harley Davidson.
Il divertimento è infinito, lungo una strada che sembra non terminare mai e sotto un bosco che non si dirada, almeno fino al passo vero e proprio, dove in un ambiente d'alta montagna (anche se siamo un poco sotto i mille metri) si può prendere ristoro in un bar frequentato dalla gente del luogo.
La discesa è invece all' "aperto", con lo sguardo libero di spaziare lungo la Val di Taro, e troppo presto si raggiunge Borgo Taro.

Da qui chi ha ancora voglia di curve può portarsi verso Bardi lungo la bella SP21 e poi deviare per la Val Nure (Farini d'Olmo) o la Val d'Arda (Bore > Lugagnano > Castell'Arquato).
Oppure seguire la via Fondovalle verso Fornovo (casello di autostrada) magari, ancora meglio, deviando a Solignano al cartello stradale verso Varano de Melegari lungo una cresta affascinante dove lo sguardo si perde in tutte le direzioni, e da Varano ancora verso Pellegrino Parmense e Salsomaggiore Terme.

Il Brattello può essere un buon tragitto come rientro dalla Versilia, oppure costituire l'occasione per un circuito Fornovo > Passo della Cisa > Pontremoli > Passo del Brattello > Borgo Taro > Fornovo.

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