verso il Faiallo con un commercialista


Sono poche purtroppo le certezze nella vita, ed è per questo che ci tocca percorrere un penoso percorso di prove ed errori per scoprire la retta via.
Una regola d'oro che però vi vendo gratuitamente è: non andate in moto con un commercialista, per di più endurista.
Sottotitolo: no caffè, no cappuccio, no brioche, no pranzo, persino no pipì...

Dall'inizio. Un sabato mattina non tanto di buon ora (9:30), ci siamo io (Stelvio), Alberto (coriaceo motociclista piemontese in sella alla sua bellissima BMW R100 GS) e il Commercialista (KTM Adventure S rialzata a cui si accede con scaletta Alitalia). Alla partenza si fa benzina, ma non prendiamo il caffè. Un piccolo allarme si accende nel retro della mia testa, ma penso: "ok, è più divertente fermarsi dopo essersi riscaldati".
Riscaldamento che avviene lungo SS45> Penice> Brallo> Capannette di Pei. È la Val Boreca, un itinerario di cui apprezzo sempre meno il fascino, strada dissestata, curve strette, cespugli che tolgono visibilità al panorama, un milione di curve strette da labirintite. Un percorso rallystico... Alberto è un ragazzo di buon senso, ma non resiste e si fa prendere dalla competizione con il Kappa, e scompare oltre l'orizzonte. Io viaggio praticamente in solitaria, prefigurandomi il caffè senza il quale non riesco a rodare.
Al Brallo c'è un mercato con le bancarelle, l'aria è frizzante ed un parcheggio sembra lasciato libere proprio per le nostre moto. Niente da fare: appena mi vedono, i ragazzi danno gas e riprendono la loro competizione.
Finalmente a valle la strada diventa bellissima, lungo un suggestivo percorso inedito, la Val Borbera. Scambio la moto con Alberto per la curiosità di provare la R100, e Quei Dueripartono ancora più veloci. Ci rivedremo a Serravalle Scrivia. È mezzogiorno: esiste una possibilità che ci si guardi attorno per una trattoria, per una cosa semplice tipo un "primo del territorio" ed un'acqua frizzante?

Avete indovinato: "no".

Si riparte subito per Gavi, e poi Ovada, lungo una strada secondaria decisamente suggestiva. Alberto è un navigatore motociclistico vivente. Dovrebbe farne un business!
A Ovada siamo senza benzina, almeno lo è il Kappa ed anche a me il serbatoio è ad un terzo. Sono le 13, è evidente che mangeremo qui.

No: si mangia "in montagna!". In Montagna? Dove?

Mi tenta l'idea della fuga: a Gavi abbiamo sfiorato una fortezza senza degnarla di uno sguardo ed anche il centro storico di Ovada sembra molto carino, ma Quei Due sono in debito di sterrati e di crinali. Ancora una volta Alberto mi sorprende imboccando una strada bellissima, una stretta gola nel Parco Naturale Regionale del Beigua. Non ci sono trattorie, ma troviamo invece l'agognato sterrato (nella foto), un sentiero largo un paio di metri fra un precipizio ed una parete di rocce pronte a franare. In questa splendida cornice naturale arriviamo ad inserirci nella provinciale "Genova - Sassello" proprio mentre comincia a piovere. Approfitto della unica pausa del viaggio, quella in cui quei due si infilano la tuta antipioggia, per scappare avanti. Preferisco morire annegato che di fame.
Non mi riesce a trovare di meglio di una piadina (piatto tipico ligure) salatissima, ma ormai è una questione di sopravvivenza. Poi inverto il senso di marcia, intuisco che Quei Due hanno preso per il Passo del Faiallo. Purtroppo sono stanco e decido di imboccare invece la Statale del Turchino che ritorna ad Ovada, perdendomi certamente qualche cosa. Sarà per la prossima volta.
Passeggio per i vicoli di Ovada, e poi di Gavi e infine Serravalle Scrivia, che è molto più di un outlet... Mi irrito perché non ritrovo le stupende strade segrete di Alberto, ma mi sciroppo una statale di nessun fascino fino a Tortona e poi Rivanazzano, da dove raggiungo Varzi (tea con crostata), Penice, Bobbio, Croara. In totale 400 km.

Si saprà poi che Quei Due hanno raggiunto Varazze, Savona, e poi indietro fino ad Aqui Terme lungo una strada che mi dicono ancora più bella... Rientro alle 19 e finalmente... pipì.

Un viaggio da ripetere, senza perdersi questa volta il Faiallo, da cui si dice si ammiri il mare.

PS: Queste le preziose indicazioni stradali dell'itinerario:

Partendo dal Brallo, Capannette di Pei, Cabella Ligure (val Borbera), Serravalle, Gavi, Mornese, Lerma, Ovada, Molare, Olbicella, Tiglieto, Passo del Faiallo.
Da qui si può ritornare a Urbe, Piampaludo, Monte Beigua, Varazze, Savona, Santuario, Montenotte Inferiore, Pontinvrea, Mioglia, Pareto, Spigno, Acqui T. e rientro via A21, oppure scendere sui Giovi e ritornare via Val Trebbia o via Serravalle..

Commenti

Pier ha detto…
peccato che sto un po' lontano da te, altrimenti, per come mi sembra di capire, mi sa che ci divertiremmo a girare insieme, tu col tuo Guzzone e io con la mia sportster. Viaggiare in moto solo per gareggiare, senza manco guardare dove si sta passando è una cosa che mi manda in bestia, tanto che spesso preferisco girare da solo, piuttosto che impiccarmi dietro gli smanettoni.