Tipi di motociclista



Non esiste un solo tipo di moto, per l'ovvia ragione che non esiste un solo tipo di motociclista. Ogni motociclista è un mondo, con proprie esigenze, passioni e modi... che possono essere agli antipodi. 
Ho provato a raccontarne qualche tipo, ispirandomi a qualcuno con cui condivido le scorribande o che incrocio sull’asfalto, sugli sterrati o parcheggiati al bar.

Manico

Già ai tempi del cinquantino non gli stava davanti nessuno. A vederlo è una persona normale, ha un lavoro, moglie e figli. Quando sale sulla in moto, apre il gas e scompare all’orizzonte. Se siete in giro con lui, vi aspetta al bivio senza dare segni di impazienza. In passato ha corso nella gare in salita. Non si vanta e non compete mai con nessuno, perché nessuno è alla sua altezza. È quello che ti sorpassa sui tornanti con una Vespa, ma salutando. Rimpiange il motore a due tempi.
La moto: adora i motori potenti e le giapponesi. 

Corridore stradale 

Uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo. Dopo una lunga settimana di fatica, non ha il diritto di riposarsi neppure nel week-end. Deve invece infilarsi in una tuta di pelle colorata e battere il record del giro del circuito Corsico - Bobbio - Corsico. Ogni curva rappresenta una fatica fisica, perché non può star seduto comodamente in sella, ma deve ogni volta piegarsi di lato verso l’asfalto fino a sfiorarlo con la saponetta del ginocchio. In vacanza porta la zavorrina (la fidanzata passeggera) al Nurburgring.
La moto: giapponese carenata, va bene anche una Ducati Multistrada V4. 

Folle / Postino 

Il folle è quello che fin da quando aveva 14 anni sale in moto per impennare. L’unica cosa che gli piace dell’andare in moto è accelerare. Non fa percorsi lunghi, ma partecipa a scommesse su gare di velocità da bar a bar. 
La variante postino non è il portalettere, ma il temibile motociclista “del posto”. Ha l’adesivo di un teschio incollato al casco, non possiede una moto che ti volteresti a guardare, ma un vecchio modello degli anni ottanta. Nelle more della necessità, si accontenta di una Vespa con adesivi racing. 
Compie sempre lo stesso tratto di strada, un passo appenninico che considera di sua proprietà e che conosce sassolino per sassolino (anzi, forse è lui che li posa ad arte, i sassolini). Di buon ora si apposta dietro un cactus, come Willy il coyote (va bene anche un pino o un segnale stradale). Quando ingenuamente passi sulla sua strada ti si accoda sornione, incollandosi alla tua ruota posteriore. Per quanto tu possa accelerare, ti resterà attaccato all’imbarazzante distanza di cinque centimetri dal tuo pneumatico, fino alla curva più pericolosa, dove aprirà il gas e scomparirà all’orizzonte prima che tu possa rabbrividire per lo spavento. È inutile cercarlo con lo sguardo, è già nascosto dietro il cactus successivo. 
Se in vita tua ti dovesse capitare di reincontrarlo, ti riconoscerà e ti gratificherà di una smorfia che significa: “bella moto, ma… lascia perdere. Questa provinciale è troppo piccola per noi due”
Vive sulla Cisa, sul Muraglione, la Futa, Raticosa, Porretta, Abetone… 
La moto: quella che aveva negli anni ottanta. Il massimo è una Laverda. 

Endurista Piemontese 

La madre lo ha dato alla luce sulla sella della Moto Morini del padre. Alle elementari andava a scuola su una moto da trial, anche con la neve. A 16 anni arrampicava pareti di roccia con una KTM 125 da cross. Oggi si è calmato, conosce ogni sentiero ed è una fonte inesauribile di bellissimi percorsi. Non ha il senso del pericolo, e seguendolo ti ritrovi in luoghi che non sono raggiungibili neppure dal Soccorso Alpino. Non mangia, non beve, non urina, e la sua moto ha un’autonomia di un migliaio di chilometri. L’unico modo di sfuggirgli è di prendere una strada laterale, spegnere il motore e restare nascosto a lungo.
La moto: KTM Adventure. Il massimo è una BMW R80 G/S. 

Crossista 

Conosce per nome tutti i medici dell’Ortopedia e ha gli indirizzi di tutti gli ambulatori di fisioterapia della città. Ha una KTM Adventure, ma racconta ancora della sua vecchia Puch azzurra. È stato tentato una volta dal quad, ma dopo il primo incidente è ritornato all’enduro: almeno sa come farsi male. Un sottotipo del crossista è il trialista, che si distingue perché porta sempre con sé una bottiglietta di Coca Cola piena di benzina, per i rabbocchi.
La moto: KTM. 

Camperista 

Il camperista è stato a Capo Nord, in vacanza in Corsica e all’Isola d’Elba. Da giovane è stato dappertutto in moto o in vespa con la fidanzata (la stessa che ora è sua moglie) con i bagagli arrotolati. Oggi si muove ormai di rado, ma sempre solo con la moglie. Non ha mai provato a salire in sella da solo. Può alternare la moto con la Mountain Bike. 
La moto: Suzuki V-Strom. 

Motociclista da bar 

Non è detto che sia un’offesa, anzi: anche il motociclista da bar bisogna saperlo fare. Gelosissimo della sua moto, se riesci a convincerlo a fartela provare, la riprende prima che tu sia riuscito a inserire la terza marcia. La usa una volta alla settimana, sempre sullo stesso tragitto: caffè a Bobbio e ritorno. Un professionista.
La moto: dall’Honda Hornet alla Bonneville Scrambler. 

Avvocato 

Usa la moto quotidianamente per andare al lavoro (è esentato solo quando piove). È vestito in abito grigio con cravatta, mocassini lucidi, giubbotto nero, casco Moto o Tucano Urbano e cavalca necessariamente una BMW con motore boxer, a meno che non abiti a Milano o a Roma: in tal caso è consentita una Harley grigia. Di domenica va a prendere il caffè in moto. Non saluta mai gli altri motociclisti quando li incrocia.
La moto: BMW R1250 GS Adventure. 

Collezionista 

Ti parla di moto da quando lo conosci. Ha dovuto affittare un capannone per tenere tutti i modelli che ha messo assieme nel corso della sua vita. Ha un sidecar, una BMW con il serbatoio verniciato a mano, una Bonneville originale, due Harley, una Honda 750 Four. Ha comprato un computer per ricordarsi quando rinnovare i bolli e le assicurazioni. Non c’è tragitto che tu possa raccontargli che lui non abbia fatto, ma “di più”. Non c’è un modello che non abbia guidato, anche se i nomi di quelli attuali li sbaglia tutti. Puoi divertirti ad organizzare con lui itinerari favolosi, tanto seduto su una moto accesa non ce lo vedrai mai.
La moto: ha i pezzi di tutte, da montare. 

Romantico 

Il motociclista romantico ha passato gli ultimi vent’anni a leggere tutti i numeri di Motociclismo, prima di ricomprare finalmente una moto, di solito un modello che esisteva già ai suoi tempi. Ha il giubbotto di pelle della stessa marca della sua moto, e la canottiera in tono. Conosce i nomi di tutti i passi alpini perché ne ha studiato il tragitto sulle carte, su Google Maps e sui racconti di blog come questo. Vuole vedere tutto, non vuole perdersi neppure un paese, una chiesa o un ristorante di quelli citati sulle guide, per cui dietro di lui si forma la coda. Non tornerebbe mai da un tragitto senza averne scattato il resoconto fotografico. Ai passi alpini si ferma sospirando di nostalgia, e programma di vivere lì la futura età della pensione. Non capisce le moto giapponesi, quelle carenate e il MotoGP.
La moto: Triumph Bonneville, BMW R1200 R. 

Avventuroso 

Se si sposta, è almeno per arrivare al Sahara in Tunisia o al Grossglockner in Austria. Mai con un’organizzazione, ma con un amico complice, fidato e rodato. Vietato prenotare, gli è capitato di sabotare la propria stessa moto per risolvere il guaio in cui si va ha cacciare. 
Moto: BMW R 1250 GS. 

Harleyista 

Negli USA l’Harleyista fa paura. Da noi invece… pure (a meno che non sia Avvocato - vedi). Non c’è da stupirsi che gli Harleyisti (al plurale, perché si muovono rigorosamente in gruppo) siano sempre arrabbiati: in moto devono tenere le braccia verso l’alto, le gambe in avanti e indossano una T-Shirt con gilet di pelle sia d’estate (con le api) che d’inverno (con il gelo). A dispetto del peso e della scarsa manovrabilità dei loro mezzi, se ne incontrano bande anche in cima a valichi impervi.
La moto: ça va sans dire. 

Hipster 

Ovviamente elegante, casco jet, giacca Belstaff, pantaloni rigati con risvoltino, stivali di pelle. Va in moto al mare, con la fidanzata. Ha una moto nuova, con serbatoio metallizzato, ma vintage. 
La moto: una Royal Enfield. 

Dopolavorista

Si muove solo in gruppo, un motociclista con gilet fosforescente e casco giallo ad aprire e chiudere la fila. Appuntamento al casello dell’autostrada. Passa la maggior parte dell’escursione della domenica dal benzinaio ad aspettare che tutti abbiano fatto rifornimento, o seduto al ristorante, dove ha prenotato la tavolata. 
La moto: Honda Transalp, Triumph Tiger 1200. 

Meccanico 

Smontava e rimontava il blocco motore in 45 minuti. Oggi non c'è più, l'ha ucciso l'elettronica… 

Motociclista per caso 

Usa la moto ogni giorno e con ogni tempo per spostarsi, sia per lavoro come per ogni altra necessità. Ha comperato una moto giapponese usata euro zero su Moto.it e non la cambia più. Non usa abbigliamento tecnico e nemmeno i guanti, solo una scodella acquistata all'Obi perché obbligato dalla legge. In vacanza va in treno, la moto gli piacerebbe trasportarla con un carrello.
La moto: vecchia, serbatoio opaco. 

Scramblerista urbano 

Anche lui si sposta solo in moto, con qualsiasi tempo, ma lo fa con eleganza calcolata. E ci tiene particolarmente all'immagine della sua moto, spesso una special con le gomme artigliate anche se più che fuoristrada brucia semafori. 
La moto: Ducati Scrambler, BMW NineT, special 

Devoto 

Il motociclista devoto ha la stessa moto da ormai più di quindici anni. È stato qualche volta tentato di cambiarla, ma siccome di moto così non ne fanno più, alla fine poi si limita ad una revisione. È attivissimo nella ricerca di pezzi di ricambio originali, non si perde un raduno (dove porta moglie e figli), è il moderatore delle liste di discussione sul web. Organizza pellegrinaggi periodici agli stabilimenti dell'Azienda, ma ne è il peggior cliente.
La moto: Guzzi. 

Fedele 

Anche il fedele, come il devoto, ha la moto da più di quindici anni, ma più che innamorato del modello è proprio fedele: esegue ogni manutenzione con scrupolo, ma non per mania; accetta riparazioni anche di fortuna, purché affidabili, anche utilizzando pezzi usati, ma “manda avanti” la sua moto all'infinito, rispettandola senza divinizzarla. Lo sa che ci sono moto più innovative e più moderne, ma lui una moto ce l'ha già, e finché va perché cambiarla? Ci è andato a scuola da studente, ci ha fatto il viaggio in Grecia (traghetto Brindisi-Patrasso) con la ragazza e la tenda. Quando ha sposato la ragazza, per un pò l'ha messa in garage, poi ci ha fotografato i figli a cavalcioni, e oggi ogni tanto ci fa ancora un giretto, quando arrivano le belle giornate. 
La moto: Honda Africa Twin. 

Felliniano

Ha una Moto Guzzi V7 nera o una Harley chopper, gilet di pelle, borsa di pelle laterale, ghigno stampato in volto. Marmitta aperta, è annunciato dal frastuono del bicilindrico. Solitario, passa e va. Non l’hai mai incontrato da fermo. 

Centaura 

Poche: di centaure ce ne sono troppo poche. Per strada si incontrano zavorrine, cioè passeggere, specie giovani ed accoccolate alla turca sul codino di verdi moto da Gran Premio, che abbigliate con scarpe con il tacco volano senza soste che non siano gli incidenti stradali. Ma centaure vere, cioè rappresentanti del gentil sesso al manubrio di una moto se ne vedono poche. 
Moto: nel mio immaginario dovrebbero cavalcare Bonneville o Monster, ed invece quando di rado passano, le vedi su Street Triple o Ninja carenate. Una volta ne ho vista una su una BMW F800 S rossa, ma si stava facendo aiutare dall’amico a compiere inversione di marcia. 


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Commenti

Anonimo ha detto…
jekyll e hyde: insospettabili professionisti in completo grigio, camicia oxford e cravatta si trasformano in duri bikers, chiodo in pelle, bandana, immancabile birra e scorrazzano su harley 883 portando in giro il loro sguardo truce... salvo il ritornare il lunedì mattina inappuntabili professionisti...

difficile riconoscersi in un archetipo.... dovessi parlare per me dovrei parafrasare blue e considerarmi una sintesi tra l'endurista ligure e l'architetto... del primo (endurista piemontese per blue) le migliaia di km percorsi su tutti i passi alpini dove moto può arrivare, del secondo (professionista come l'avvocato) l'uso giornaliero in giacca e cravatta di un bmw rigorosamente boxer...

p.s. io saluto gli altri in moto....
Blue Bottazzi ha detto…
Per quanto riguarda me, non c'è dubbio: motociclista romantico ;-)
Unknown ha detto…
Io saluto i motociclisti anche quando sto guidando la macchina o sono a piedi. Mi muovo con una BMWs1000rr😁✌️Buona strada a tutti!! Ah, dimenticavo… sono una donna☺️