Moto Guzzi

Problemi in paradiso. Da quando Moto Guzzi è passata sotto l’ala protettiva di Piaggio, molto lavoro è stato fatto per le moto dell’Aquila. È stato ricreata da zero praticamente l’intera gamma ed un grande lavoro è stato fatto per fondere il fascino classico del motore a V (con il suo carattere ed il suo inconfondibile rombo) alla tecnologia motociclistica più avanzata, con risultati che spaziano dalla naked, alla tourer, alla sportiva, all’enduro.

La Breva 1200, specie nel bel colore metallizzato, è quasi una cruiser per fascino ma anche una naked agile e leggera.

La Griso 1200 4V è una aggressiva naked mediterranea.

La Norge forse è la più bella tourer carenata della sua categoria, sicuramente più della rivale BMW.

La Stelvio è il ritorno nel settore delle grandi enduro stradali e al tempo stesso la ricomparsa di una grande modello del passato recente, la Quota. Ritorno bel riuscito considerando che è stata disegnata una delle più belle moto morne in circolazine.

E infine la serie “piccola”, la 750, l’unica tecnologicamente non aggiornata, con un colpo di genio è stata reinventata in V7Classic”. 


Eppure, dopo qualche anno felice di raddoppio costante della produzione, Moto Guzzi sembra aver raggiunto troppo presto il punto di saturazione del proprio mercato, fermandosi lontano dai numeri delle analoghe aziende di fascino come Harley Davidson, BMW e Triumph. Il motivo io non lo conosco, anzi mi è particolarmente oscuro dal momento che personalmente ho comperato due nuove Guzzi in due anni. Posso solo cercare di indovinare. Un motivo può essere il prezzo: le nuove Guzzi sono moto della massima qualità, assemblate con il meglio della produzione nazionale, come i freni Brembo, le forcelle Marzocchi, l’impianto elettrico Marelli e via discorrendo, e la qualità si paga. Tanto che viene da domandarsi se il mercato non chieda qualche compromesso a favore del prezzo di vendita. O se comunque non valga la pena di fare qualche sforzo di marketing per raggiungere quel numero minimo che faccia da massa critica per rendere popolare i modelli.

Un secondo motivo può essere la mancanza di una adeguata fascia di entry level, cioè di modelli di cilindrata ridotta e di prezzo più accessibile. Analizzando i dati di vendita questa potrebbe essere effettivamente il tallone d’Achille di Moto Guzzi. È infatti almeno scoraggiante che fra i modelli più venduti compaiano gli unici a non essere stati rinnovati, e cioè la Nevada 750 sul mercato italiano, custom classica dal prezzo accessibile, e la solita California Vintage sul mercato USA. 

Il secondo modello di Moto Guzzi più venduto in Italia è la V7 Classic, moto di fascino a un prezzo sotto gli 8000 euro, che resta però a volumi di vendita decisamente inferiori a quelli della concorrenza di una classica come la Triumph Bonneville.

Il modello più venduto dell'anno è anche il più recente, la bella Stelvio 1200 4V, e non c’è da stupirsene se è la moto con cui Moto Guzzi ha tentato di dare l’assalto al mercato. Ma non c’è neppure da rallegrarsene perché i numeri assoluti parlano di vendite che non raggiungono il 10% di quelle di una concorrente (sia pur di gran moda) come la BMW R 1200 GS.

Come potrà uscire Moto Guzzi da quest’ empasse? Difficile dirlo, soprattutto ora che si profila addirittura una chiusura degli impianti di produzione per due mesi, oltre ad un ventilato trasloco di parte dell’attività produttiva negli stabilimenti Piaggio.


Dal momento che questo è solo un blog, e che io sono indubbiamente un appassionato dell’Aquila, concedetemi un piccolo gioco: cosa farebbe il vostro umile redattore se la produzione fosse nelle sue mani? Noi italiani ci sentiamo tutti CT ed io non mi tiro indietro. 


Se stesse a me, amplierei l’offerta sotto i 10.000 euro. La V7 Classic mi sembra una moto appetitosa, ma sono convinto che al prezzo di una Monster troverebbe davvero il suo mercato. Per cui, V7 Classic a 7000 euro.


Poi: a me personalmente la Classic piace, ma più per la sua linea accattivante per che il suo spirito vintage. Sono convinto che anche la Breva 850 si gioverebbe di un trattamento stilistico simile, mantenendo la sua ciclistica moderna e l’innovativo cardano CARC. In pratica sostituirei il suo tozzo serbatoio con quello bianco e filante della V7, inventando una moderna Moto Guzzi V8. Sotto i 9000 euro. Io una moto così la comprerei domattina.

E perché non inventarsi anche una variante speciale più sportiva? Ecco allora anche una V9, con il nero motore bicilindrico 940.  


Gli altri bicilindrici? La Breva 1200 è bellissima, solo andrebbe sottolineato il suo carattere cruiser proponendola di serie con le valige laterali ed il bauletto dello stesso colore della moto, e come tocco finale un bel parabrezza alto: ecco la Breva 1200 Cruiser, con un piccolo sforzo allo stesso prezzo di listino dell’attuale modello. L’altro sapore di questo modello sarebbe la Sport 1200 4V così come è appena stata presentata a Colonia; chiamiamola però Breva Sport 1200. Servirebbe ad incrementare l’immagine del brand Breva e a togliere potenza alle critiche legate alla mancanza di potenza bruta (e inutile) che qualcuno si aspetta da una moto marchiata Sport.


La Griso 1200 4V così com’è mi sembra perfetta. Al massimo cercherei di inserire delle maniglie per il passeggero senza rovinare la perfetta linea del codino.

Se esistesse il modo di tenerne il prezzo sotto i 9000 euro cercherei di rilanciare anche la Griso 850, con qualche colorazione aggressiva e magari qualche dettaglio più economico.


La Norge non si può farla più bella di così; la Stelvio ovviamente pure, anche se una critica che si potrebbe portarle è di essere troppo massiccia. Se fosse possibile, come su un computer, ridurne le dimensioni e la massa del 10%, sarebbe interessante anche proporne anche una versione 940, più bassa e leggera. 


E questo è tutto per il bicilindrico. Ma quello che penso io è che bisognerebbe introdurre finalmente anche una serie più giovane nella cilindrata 750. Siamo parenti stretti di Aprilia? E allora usiamo il loro del 750 cc, quello della Dorsoduro. Che farebbe da base per una bella 750 in tre sapori: una naked meno estrema e spigolosa delle attuali Aprilia, e soprattutto con scarichi laterali (alla MV Brutale) anziché sottosella; magari una piccola sportiva carenata derivata da questa, e soprattutto una bella enduro stradale leggera che appartenga alla stessa categoria della F 800 GS o della Transalp, che è quello che il mercato vuole. Bella e colorata.


È tutto per la mia Moto Guzzi?


No, quello che aggiungerei è anche un bel motore 4 cilindri in linea, qualche cosa sui 1000 cc... Raffreddato ad aria, con un look retro alla 750 Four su un modello come la Griso sarebbe una chiccheria. E raffreddato ad acqua su un modello sportivo dalla linea agile e filante, a ricordare che le Moto Guzzi una volta erano moto veloci. 


Vi piace il mio programma? Lanciamo un’ OPA?

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