la Gardesana


Viaggiare in motocicletta è un po’ come viaggiare nel tempo. Il motociclista è sempre alla ricerca di itinerari alternativi, strade non battute, che attraversano zone risparmiate da edilizia, traffico, autostrade e statali. Un compito non facile, mano a mano che la cementificazione del territorio prosegue a mangiare il verde, come cantava Celentano già mezzo secolo fa. 
Ci vorrebbero cartine stradali che evidenzino proprio questi passaggi per il motociclista, a discapito delle vie di grande scorrimento -- è il contrario di quanto avviene nelle carte stradali “del motociclista”, che altro non sono che le cartine dell’automobilista stampate più piccole. Esattamente quello che non serve a noi. 



La strada Gardesana non solo è il paesaggio da favola che corre lungo il lago di Garda, ma rappresenta anche il passaggio ideale per il Trentino Alto Adige (oltre a presentare un paio di deviazioni notevoli). 
A una condizione: che non sia un giorno festivo, perché allora la strada, sul Garda come su ogni altro lago, è così trafficata da renderla una penitenza da evitare. 

Il punto di partenza della Gardesana è di solito Brescia. Almeno lo è per me, che dalla Pianura Padana, raggiungo la Leonessa d’Italia per una provinciale da Cremona, un rettilineo all’inizio pittoresco, che si trasforma un po’ alla volta in una brutta periferia per pendolari. 

Mete come Sirmione, Desenzano, Padenghe sono sicuramente gradevoli da visitare, ma inadatte al passaggio in moto, perché troppo affollate. 
Dunque a Brescia preferisco attraversare il centro città (le tangenziali di Brescia sono un inestricabile puzzle), procedendo da sud a nord, seguendo l'indicazione Val Trompia


A questo punto si deve fare attenzione a non mancare l’indicazione sulla destra per Salò / Lago di Garda, dove finalmente inizia la “strada bella” del motociclista. 

Prima una discesa tutta curve morbide nel mezzo del verde verso il lago. 

Poi un lungo lago da favola. 
Si corre lungo la sponda occidentale del Garda, a volo d’uccello sopra l’acqua, fra curve, view point e gallerie gnomesche. Si corre per modo di dire: la velocità da tenere è modesta, per scendere a zero se si incappa sfortunatamente dietro un camper. I rettilinei sono rarissimi, ed è molto difficile sorpassare. La prudenza è d’obbligo. 
Ma, a meno che non si tratti di un temibile festivo o di un periodo di alta stagione per il turismo, generalmente l’itinerario è godibilissimo. 


Tappa consigliata: Limone sul Garda, per guardare per bene il lago e magari rifocillarsi. 
Dopo Limone, c’è la possibilità di percorrere la strada della Forra, di cui si racconta in un altro post. 
Infine, il punto di arrivo è il limite settentrionale del Garda, la graziosa cittadina di Riva del Garda



Qui le possibilità di proseguire sono molteplici. 

Una è verso Trento, per la bella strada verso nord, dirigendosi poi a Mezzacorona e la Strada dei Vini fino a Bolzano. 
La seconda è prendere a sinistra per il Lago di Ledro, e ne vale sicuramente la pena. Da considerare anche come tappa per la notte (in questo caso il mio consiglio per la cena è lo chalet al Faggio all’estremità raggiungibile della Val di Concei). 
Da Ledro ci si può anche ricollegare alla Val Trompia, direzione Lago d’Idro

Ultima scelta, si può circumnavigare il lago, prendendo la sponda orientale, sicuramente meno interessante. 



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