Esiste un legame tra rock e motociclette, e non dai tempi di Easy Rider. Cavalcare una moto è sinonimo di on the road e libertà, un valore condiviso con il rock’n’roll. Il motociclista è di sua natura anticonformista, un ribelle senza una causa. James Dean collezionava auto sportive e motociclette. Marlon Brando nel film Il Selvaggio cavalca una Match con una statuetta dell’Oscar piantata sul mozzo del manubrio. Per rimediare il fatto che in quel film i motociclisti apparissero come teppisti pericolosi, l’Associazione Motociclistica Americana si sentì in dovere di chiarire che il 99% dei motociclisti sono in realtà cittadini rispettosi della legge. Da lì l’abitudine un po’ guascona dei motociclisti di attaccare alla propria Harley un adesivo con la scritta 1%, one percenter.
Fonzie si muoveva su una Triumph Trophy. Persino Anthony Queen guidava una Triumph. Steve McQueen, l’uomo più fico di sempre, si era iscritto veramente a correre a LeMans su una Porsche 917 prototipo, per girare le scene per il film omonimo. Correva anche sulle moto, sulla Triumph resa scrambler e sulla Husqvarna Cross 2 tempi, nelle gare nel deserto, come si vede in On Any Sunday, ma partecipò anche ad una Sei Giorni di Regolarità in Europa, tanto da guadagnarsi un posto nella Off-Road Motorsports Hall of Fame.
Elvis cavalcava una Electra Glide per il Tennessee. Anche Jerry Lee Lewis ne guidava una. Di Bo Diddley girano foto su una curiosa sorta di Lambretta, bianca e arancione, squadrata come la sua chitarra, ma sulle copertine dei dischi gli piaceva farsi fotografare sul chopper. Negli anni sessanta sui chopper si muovevano le gang degli Hell’s Angels. Sulla copertina del Greatest Hits, anche Janis Joplin è ritratta su un chopper. Il film Easy Rider significava la libertà di navigare on the road, con moto lente, scomode e inguidabili, ma vistose e assolutamente americane.
Jimi Hendrix portava un chopper, come anche David Crosby. Gram Parsons ci provò ma non ci era portato, e a sentire Joan Baez lo stesso Bob Dylan non era un pilota che dava fiducia alla guida della sua Triumph T-100. Era destinato all’incidente che lo portò al ritiro a Woodstock, ma non rinunciò, se vent’anni dopo, mentre registrava Oh Mercy a New Orleans, si rilassava girovagando sulla Harley per le strade della Louisiana.
Duane Allman si schiantò in Georgia con una Harley contro uno di quei lunghi truck americani, lasciandoci la vita. Medesimo destino fu condiviso nello stesso punto un anno dopo dall’amico Berry Oakley, il bassista della sua Allman Brothers Band. Anche Billy Idol soffrì un incidente sulla Harley.
I Creedence si muovevano per le strade di casa su moto da cross, e John Fogerty si fotografò su una Honda CB 450 Scrambler sulla copertina di Deja Vu All Over Again.
In Inghilterra, fra Londra e Brighton, era mod contro rocker.
I primi con il parka alla guida di Vespa e Lambretta cromate e leccate. I secondi in giacca di pelle sulle inglesissime Norton e Triumph, truccate esteticamente con i manubri bassi perché assomigliassero a moto da corsa, per correre le street illegal lungo la Circular North.
Potevano i musicisti evitare di mostrarsi su due ruote? Il gruppo mod per eccellenza erano gli Who, e Pete Townshend si lasciava fotografare su una Vespa rossa, e prima ancora su un modesto scooter. Keith Moon, che era matto, preferiva una Honda Gold Wing. D’altra parte John Bonham in moto ci saliva le scale degli hotel, come Eddie / Meat Loaf nel Rocky Horror Picture Show.
Su una Vespa, naturalmente, si sposta per Londra Paul Weller, il modfather. Anche se, a dire la verità, i motociclisti londinesi preferiscono moto sportive carenate piuttosto che vintage anni sessanta.
Durante il ritiro sulla Costa Azzurra per registrare Exile, gli Stones vivevano tutti in case differenti. Per muoversi lungo la Corniche, Mick Jagger guidava una Honda verde. Keith Richards lasciava Villefranche-sur-Mer solo in motoscafo.
Marianne Faithfull nel film La motocyclette è una femme fatale nuda sotto una tuta di pelle, al manubrio di una enorme Harley Electra Glide.
Paul Simonon non era l’unico Clash a spostarsi in Triumph Bonneville, che è la moto del rock per eccellenza. È una Bonnie a fare bella mostra di sé sulla copertina del disco dei Prefab Sprout, ed è sempre una vecchia Bonnie quella che cavalcano i due protagonisti innamorati del film Once, Glen Hansard e Markéta Irglová, entrambi musicisti.
Su una Bonnie si è lasciato fotografare il Macca, mentre Lennon preferì un chopper. Keith Emerson possedeva una bella Norton, con un assurdo manubrio americano, ma la cambiò con una Kawasaki.
A Springsteen piace muoversi in incognito sulla Harley per le strade del New Jersey, ma possiede anche una Moto Guzzi, che gli passò Billy Idol (che è un collezionista di moto) e lo lasciò a piedi per strada. Pat Simmons dei Doobie Brothers guida una Electra Glide.
Lyle Lovett è un corridore nelle gare dilettantistiche fra Texas e California su una rossa italiana Ducati. Lou Reed si muoveva in moto per NYC, ma su una Kawasaki. Sulla copertina di un disco minore mise la foto del suo casco.
Dal momento che indossavo un giubbotto da motociclista, ho chiacchierato di moto con i fratelli Robinson (dei Black Crowes), che condividevano l’idea che per viaggiare comodi ci voglia un boxer BMW.
Zambo pilota una BMW R. Io una Bonneville rossa (ma l’ho avuta anche nera).
soundtrack per un film immaginario di motociclette:
- Steppenwolf: Born To Be Wild
- Rolling Stones: Jumpin Jack Flash
- Joh Fogerty: Rockin’ All Over The World
- Deep Purple: Black Night
- John Cougar: Jack & Diane
- Bruce Springsteen: Further On Up The Road
- Rosanne Cash: What Kinda Girl
- Carolyne Mas: You Cannot Win (If You Do Not Play)
- Del Lords: Heaven
- Bob Seger: Night Moves
- Beat Farmers: Reason To Believe
- Blasters: Help You Dream
- Los Lobos: I Can’t Understand
- Killer Joe: Down In Mexico
- Creedence Clearwater Revival: Up Around The Bend
- Bob Seger: Hey Hey Hey Hey
- Bruce Springsteen: Glory Days
dal libro: un mucchio selvaggio
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