Nutrivo aspettative molto alte per la prova della Moto Guzzi V85 TT. Ma la nuova Guzzi è andata addirittura oltre: mi ha entusiasmato. Una ciclistica sorprendentemente agile, un motore che c’è, una moto praticamente perfetta.
Come sali in sella alla Tutto Terreno, ti sorprendono due cose: la leggerezza (o almeno quanto sembra leggera, anche da ferma) e quanto è leggero il manubrio. Uno sterzo che curva attorno ad una moneta. Poi ti accorgi che la seduta è comodissima, mi verrebbe da dire sartoriale. La distanza giusta dal manubrio, dalle pedane, con il busto dritto in modo confortevole, la sella profonda e comoda come una poltrona. Non è bassa, non è alta, è della giusta altezza.
Quando la accendi, la pulsazione del bicilindrico c’è: “scuote” con entusiasmo da destra a sinistra e viceversa. A parte questo, non è il vecchio (glorioso) V Guzzi, ma è il nuovo motore della generazione V7 e V9, questa volta con un sacco di cavalli, o almeno tutti quelli che servono. Il cambio è chirurgico; non più il vecchio caro clonk dell’inserimento delle marce, specie quelle basse. La leva del cambio è persino un po’ nascosta all’interno, probabilmente per evitare di cambiare per errore quando si guida in piedi sullo sterrato.
Il motore c’è. Spinge forte, non da subito: si può aprire il gas con confidenza, la moto ti segue, non ti precede. Forse la coppia piena è sul 4000 giri, ma la spinta è talmente morbida che non è comunque necessario ricorrere di frequente al cambio. Come nelle vere Guzzi, si possono affrontare le curve in guida rilassata senza scalare, e la spinta non manca mai. A dispetto di quanto avevo sentito mormorare, c’è anche il rombo, basta dare gas. Ed è un rombo contagioso.
Lo sterzo è tanto leggero che bisogna farci l’abitudine; si fa inversione di marcia senza difficoltà in una stradina, si curva con il pensiero. Mi diceva qualcuno che ha ereditato questa caratteristica da Aprilia. Una buona sinergia.
Ho avuto modo di provare la TT a Pavia, il che significa nel mezzo della pianura più piatta. Ho ovviato al problema correndo sull’argine del Ticino, e non mancando di assaggiare anche un pizzico di strada bianca, polvere e sabbia. Il serbatoio ha una forma originale e non è piccolo, ma si stringe attorno alle ginocchia, permettendo di sentire sempre la moto, e di condurla con sicurezza anche quando ci si alza in piedi sulle pedane.
Con una ciclistica così agile la moto è facile da condurre: è comoda ma è anche divertente. Ogni volta che si da gas (e si può farlo con confidenza, sarà il ride-by-wire, sarà la coppia non troppo in basso) arrivano il rombo e la spinta, senza mai darci l’impressione che la moto scappi. Caso mai segue ubbidiente.
È un motore con una personalità, non lo stesso delle vecchie Guzzi, ma una personalità sua e nuova, che c’è da sperare sarà ereditata quanto prima anche da una stradale pura. Se la TT è una moto intelligente, un pilota ignorante come me vedrebbe bene questo V85 montato su una V7 Rough (che faceva bella mostra di sé nella vetrina del concessionario, davvero molto bella nei suoi colori opachi).
A proposito di colore, sarà perché il modello che ho provato era grigio, che mi ha fatto pensare alla TT come alla Jeep Renegade delle due ruote. Un buon auspicio di successo, un augurio che alla nuova arrivata riesca di infrangere la maledizione delle Guzzi che piacciono a tutti ma che nessuno poi compra. Anche se la tinta da ordinare, fra le cinque a disposizione, è d’obbligo il bicolore giallo e bianco, davvero troppo bello, con il suo richiamo alle enduro degli anni ottanta - o come dicono in Guzzi, alle Classic Travel Enduro.
Finalmente una moto di dimensioni umane per viaggiare comodi in due (con il bagaglio), divertendosi anche sul lungo raggio, senza intimorirsi quando la strada si fa bianca. Per l’Italia, Europa, Africa… senza confini.
Un grazie al concessionario Altauto di PV per la moto
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