«Per di là a Gaiole?»
lo chiedo ad un anziano che legge il giornale su una sedia, in canottiera, braghe corte e ciabatta marrone a ics.
Come tutti i toscani è ciarliero, ma come tutti i toscani inizia la conversazione diffidente, come se risponderti fosse l'ultima cosa al mondo che aveva intenzione di fare.
«Bisogna che faccia dù chilometri» e intanto con la mano fa 3 con le dita.
È bello “bisogna”, è come dire se vuoi andare proprio lì, non c'è scampo, quello devi fare.
«Dù chilometri» e con le dita continua a fare 3, «poi piglia a sinistra» e prende ad elencare tutti i paesi che incontrerò, uno ad uno, in un accento toscano che non capisco un nome ma annuisco con la testa, anzi, con il casco...
Il toscano tipico porta la canottiera bianca di cotone, i pantaloni corti e le ciabatte. Guida una Panda antica targata FI, o SI, o PI, oppure un maxi scooter. Sempre a tutta velocità. A volte a fari spenti anche di sera. Percorre regolarmente le strade come se stesse gareggiando in un rally, sbucando da ogni curva contromano sulla tua corsia. L’Abetone, la Porrettana ed il Muraglione sono una competizione collettiva a cui partecipa l’Honda CBR tanto quanto il furgone del latte (e dove gli autovelox vengono divelti o incendiati).
Il toscano è scortese: anche se sta guidando un camioncino puzzolente euro zero, non gli passa per la mente di cederti il passo. Perché il sorpasso per un toscano, di qualsiasi età, è un affronto personale. Infilare un toscano in sorpasso può innescare una gara estenuante.
Il toscano è capace di essere indisponente e litigioso ed un attimo dopo sorridente e ciarliero.
Le strade della Toscana sono belle a macchia di leopardo. Per metà sono collegate a casaccio come fossero cresciute da sole come erbacce, senza un progetto, intasate di traffico e nel mezzo di una edilizia popolare da soviet.
Per l’altra metà sono belle da togliere il fiato, come nel Chianti o nel senese, con costruzioni medioevali che ti si parano di fronte all’improvviso, facendoti sentire un Brancaleone che va alle crociate. Ti muovi attraverso paesaggi così sorprendenti che rischi addirittura di assuefarti alla bellezza che ti circonda, come se tanta grazia potesse saturarti i recettori delle endorfine.
Le indicazioni stradali sono precise fino all’ultima, che puntualmente manca o ti indirizza nella direzione meno vantaggiosa.
Ma itinerari come il Chianti sono un groviglio inestricabile di strade di una tale bellezza che perdersi è comunque un piacere, e l’occasione per scoprire di nuove bellezze. Le strade toscane (e non solo) andrebbero battezzate con un nome, come facevano gli antichi romani: il percorso dell’Eroica è segnalato in modo così perfetto da esserne un esempio.
In Toscana anche le strade sterrate sono registrate come provinciali, e te le trovi di fronte inattese: dove tu ti muovi con circospezione cercando di non scivolare (specie in discesa), corrono tranquillamente pullman e ciclomotori.
Le strade della toscana sono il Paradiso ed il Purgatorio del motociclista.
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