Il commento che ho scritto su EICMA 2016, il Salone della Moto di Milano, è stato che “...quello che manca non è davvero la scelta. Ci sono moto per qualsiasi esigenza”. Un vero diluvio di modelli, con scelte in ogni cilindrata, categoria e prezzo. E tutte decisamente belle.
Però, a pensarci, poi salta fuori che una nicchia è ancora libera. Che un modello, forse proprio quello che acquisterei io, ancora manca. Quale?
Le moto che ho ammirato di più al salone (e ne ho ammirate davvero tante), sono state le adventurer classiche. In questo ritorno alle classic bike, che su motocicletteblog avevano auspicato da tempo, i modelli fuoristrada si chiamano scrambler, così com'era negli anni sessanta, prima del boom delle moto da regolarità. Ci sono le scrambler Ducati, Triumph, BMW, assieme a molte piccole cilindrate, come la MASH e la SWM, per esempio. Tutte molto belle, ma più adatte a giri fuoriporta, o al bar, che alle avventure. Ben inteso, con una Bonneville Scrambler ci si può attraversare tutto il Sud America, ma di certo ci sono moto più adatte.
Una delle moto che più mi ha messo il desiderio di possederla è stata la Royal Enfield Himalayan, esibita in un suggestivo diorama. Una classic bike esteticamente indovinata, spartana, essenziale eppure al tempo stesso sexy come una piccola Land Rover. La moto perfetta per un'avventura. L'unico punto in sospeso è la potenza del motore. Un monociclindrico dal suono accattivante, che sicuramente ha tanta coppia e tanto tiro in basso; ma la potenza? Un 400 cc con i cavalli di un 250. Sarà sufficiente? Solo guidarla ce lo svelerà (la moto sarà in vendita in Italia nella primavera del 2017).
Un'altra classic bike adventure, altrettanto bella, è stata presentata da BMW. È la seducente NineT Urban G/S, ispirata dalla GS più bella di sempre, la R80 che ha iniziato tutto. Rispetto alla Royal Enfield, siamo all'estremo opposto di gamma: lussuosa, di grossa cilindrata (1200 cc), certamente potente (più di 100 cv), cara. Non costosa come una R1200 GS, ma si viaggia comunque attorno agli 15.000 €.
La moto che ancora manca è una via di mezzo fra le due: una spartana adventurer di cilindrata intermedia, una 750 cc con cui esplorare in sicurezza il mondo. Un motore bicilindrico da tre quarti di litro non è nelle corde della Royal Enfield, specializzata in monocilindrici, ma a guardarsi attorno quel motore c'è.
Triumph ha presentato nel giro di un anno ben sette modelli di Bonneville, la sua moto classica. Ma c'è ancora lo spazio per un ottavo.
Provate ad immaginare una Himalayan con il motore della Bonnie Scrambler. Un bicilindrico appena rinnovato da 900 cc, con un aspetto classico ma dotato di un moderno raffreddamento ad acqua, una quantità giusta di cavalli e tutti disponibili dove servono, appena si apre la manopola dell'acceleratore.
Vado oltre: di questa Triumph Twin Rally riesco ad immaginare persino il colore: verde opaco e sabbia opaco, come le inglesissime classiche Clarks. La perfetta Land Rover a due ruote. Sarebbe la mia moto. Spero che a Hinckley qualcuno ci stia facendo un pensiero.
Un'altra moto avevo vaticinato di vedere al salone, ma non c'era. È una rediviva Ducati GT, sull'onda di NineT, Thruxton, Street Cup, Street Twin, ed anche V7 III Racer. Con il bicilindrico 797 cc raffreddato ad aria che equipaggia sia la Scrambler che la più piccola Monster. Immagino che a Borgo Panigale ci abbiano fatto un pensiero, per poi presentare al suo posto la Scrambler Café Racer (un ossimoro, ma in linea con la filosofia delle moto truccate per le street illegal, le gare di velocità sulla circonvallazione nord di Londra fra caffè e caffè). Chi lo sa, magari la vedremo nel 2017...
Commenti
..accontentiamoci della valle dell'aveto...!
Ciao!
Alberto b