Non distinguo un numero della rivista Motociclismo dall’altro. La copertina è sempre la stessa: una moto potente presa di tre quarti, con un taglio fotografico che sa di impennata. Per Motociclismo la moto migliore è: la più potente, la più costosa, la più veloce. The bigger, the better.
C’è questo articolo, sul sito della rivista, che racconta della Ducati Multistrada. Qualche frase:
« il salto tecnico e qualitativo: incredibile. È allestita come una berlina di lusso»
« ci sono tanti gadget, tipo le cose regolabili, i fanali intelligenti, le sospensioni che ragionano in modo diverso a seconda se scegli il mode turismo o sport»
« se guardate attentamente le trasparenze sembra un progetto automobilistico, per quanto è complesso»
« oggi la tecnologia va a manetta, nel giro di 3-4 anni le moto sono cambiate dal giorno alla notte; la Multistrada è una di queste. E lo sviluppo andrà sempre più veloce; se siete di quelli no all'elettronica, no alle moto sofisticate, avete perso. Però vi restano sempre i mercatini»
«160 CV, a cosa servono? Ci sono due motivi (secondo me) per cui saltano fuori questi CV da superbike. 1) L'innegabile gara a: "La mia è più potente”»
«No, non sono troppi. Poi, se li vuoi ci sono, se no non li usi, dov'è il problema?»
« probabilmente quando si tratta di moto la storia della volpe e dell'uva diventa importante»
Tristezza. Ma ancora più tristi i commenti dei lettori, tutti ingrifati dalla moto costosa e potente. Che poi magari sono tredicenni che le moto le guardano in TV al MotoGP, ma di sicuro la moto più venduta sul mercato italiano è la BMW 1200 GS, che è una delle più costose, e più costosa ogni anno. E di sicuro c’è chi sale sulla moto per lanciarsi a 200 km/h sulla statale riprendendosi con la action cam. Sono i giorni della cocaina, dell’ecstasy e della musica tum tum da discoteca.
Voglia di cultura motociclistica, voglia di rocker, voglia di motociclisti che del consumismo se ne fregano. Voglia di moto meccaniche, che sanno di benzina. Come la Mash 500, bicilindrica, 3990 €, con tutto quello che serve.
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