Ieri sera ho avuto il privilegio e la fortuna di presentare Roberto Parodi ai motociclisti piacentini. Dico “fortuna” perché fino ad oggi non conoscevo bene Parodi, e questa occasione mi è servita (1) per conoscere uno scrittore di motociclette molto amato dal suo pubblico, (2) per conoscere una persona decisamente simpatica e (3) per scoprire qualche ottimo libro che racconta di motociclette.
Roberto Parodi, Milano (nato ad Alessandria) classe ’63 (anche se ha un aspetto decisamente più giovanile), è un motociclista, un viaggiatore ed uno scrittore. Come grandi viaggiatori del passato, Roberto racconta i suoi viaggi nei suoi romanzi, come Scheggia, Controsole, Chiedi alla strada; pagine nelle quali ha “inventato” il personaggio di Scheggia, motociclista in fuga per le strade del mondo. Scrivo inventato fra virgolette, perché Scheggia è un personaggio decisamente autobiografico, ed i suoi compagni di avventure Accio e Ragno, i three percenter, sono i suoi rodati compagni di viaggi attraverso l’Africa, l’Asia e le Americhe.
Ieri sera Roberto Parodi presentava il suo nuovo libro, Manuale di viaggio per motociclisti overland, che all’apparenza è una Guida (Mondadori) di viaggio, ma in realtà è una fornitissima cassetta per gli attrezzi: con un’operazione letteraria che definirei praticamente inedita, Parodi mette a disposizione del lettore gli strumenti per entrare a far parte dei suoi libri di viaggi. Per “diventare” il personaggio di uno dei suoi romanzi, per diventare insomma Scheggia o almeno tirar fuori quel po' Scheggia che sonnecchia in tutti noi motociclisti.
Dietro all’apparenza di una guida, ben fatta, impaginata e ricca di fotografie, Manuale di viaggio per motociclisti overland è un concentrato di filosofia di viaggio motociclistica, assieme ad una quantità di consigli anche molto pratici, compreso come non rinunciare a vivere un viaggio avventuroso su due ruote perché magari pensiamo di non aver abbastanza tempo e/o denaro.
Dietro l’aspetto tranquillo, Roberto è un passionale, che ama la sua famiglia, i suoi figli, e la sua moto, la stessa fedele compagna a due ruote fin dagli anni novanta. Al punto che contro ogni buon senso, nella maggior parte dei suoi viaggi si è fatto portare in giro per difficili piste ai confini del mondo i 350 kg di “quello che resta di” una Harley Davidson Road King, che un giorno lontano ha iniziato a spogliare di tutto ciò che non era necessario.
Questa preziosa cassetta degli attrezzi (per le mani e per la mente) per viaggiare per il mondo, è divisa in due parti. Nella prima si parla dell’ispirazione di quando andare, con chi, con che moto, come prepararla, quali attrezzi portare, come vestirsi e come preparare la valigia, che documenti preparare e molte altre cose, fra cui come trattare con le persone nel viaggio e come affrontare i problemi che si incontreranno; ma sempre con un taglio da affabulatore, ed evocando in continuazione le esperienze vissute on the road. Nella seconda parte vengono proposti gli itinerari, che vuol dire anche raccontare i viaggi vissuti, da Milano a Dakar, a New Delhi, a Timbuktu, a Cape Town, in India o in Sud America.
Roberto non sarebbe contento che io lo dicessi, perché alle presentazioni è un motivatore nato per convincervi a saltare in sella e partire, ma come tutte le narrazioni di viaggi, non è strettamente necessario metterle in pratica per godere di questo libro. Anche solo leggerlo è un gran bel sogno ad occhi aperti.
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