BMW R1200 R Classic


Nel recente post, una moto per un rocker, scrivevo di moto classiche a misura di motociclista turistico. Ma poi, forse complice per l’appunto l’immagine del rocker, ho detto soprattutto di moto dalla vocazione vintage, cioè ispirate agli anni sessanta e settanta, sia pure dotate della tecnologia essenziale dei freni a disco e della iniezione elettronica.
La moto classica non è però quella vintage, almeno nella mia immaginazione. La classic bike è la moto che più si avvicina all’idea della moto: un aspetto non da cartone animato, progettata per muoversi nel confort e non per correre, e dotata della dose di fascino che è sempre stata caratteristica delle due ruote. La categoria delle classic bike oggi è persino più esigua di quelle vintage. Forse l’unica moto veramente classica che mi viene in mente è proprio la BMW R1200 R, specie nella speciale edizione “Classic” accessoriata con ruote a raggi anziché razze e con il colore del serbatoio abbellito da una corsaiola striscia bianca ispirato alle Ducati. Potremmo aggiungere al breve elenco anche la Moto Guzzi Breva, se non desse un po’ l’impressione di essere stata dimenticata dalla casa madre, a differenza della dinamica BMW a cui bisogna dare atto di non sedersi mai sugli allori di essere la marca di maggior successo del mercato, ma di continuare instancabilmente ad aggiornarsi e migliorare.
L’occasione per provare la nuova versione della R1200 R è venuta dal fun2ride, il circo itinerante che BMW porta in giro per l’Italia per incontrare i motociclisti. Quale migliore occasione della prima tappa del ride, capitato proprio nella selvaggia Val Nure sull’Appennino Piacentino?
Due parole sul fun2ride: ben organizzato, ben pubblicizzato, mi ha offerto l’idea di una perfetta efficienza ricordandomi con messaggi mail e sms l’appuntamento preso al telefono. Personale cortese e persino un breve briefing prima della prova di trenta minuti.
Una sola delusione, ma da matita blu: la Val Nure è una magnifica strada a curve immersa nella natura selvaggia di una valle che da Piacenza raggiunge l’Appennino Ligure all’altezza della Val d'Aveto. Il paese di Pontedellolio è posto proprio dove inizia la collina e costituisce un ottimo compromesso fra l’accessibilità e la bellezza delle strade.
Da Pontedellolio partono numerose strade perfette per una prova motociclistica. Non osavo sperare la vecchia provinciale in disuso in direzione Bettola, dal fondo stradale particolarmente mal ridotto. Restano però il passo del Bagnolo, una magnifica strada tutta a curve che congiunge la Val Nure alla Val Trebbia, la strada nuova per Bettola facile e sinuosa, o persino la più pacifica strada in direzione Val d’Arda. Mai avrei pensato che per provare le moto sarebbe stata scelta la strada camionabile della “Cementi Rossi” (un rettilineo in discesa) per ritornare dalla strada provinciale di Vigolzone, nel traffico dal sabato mattina fra paesi, code e semafori. Perché questo tragitto significa nessuna possibilità di fare una curva. L’equivalente di provare la moto nel parcheggio.

A parte il tragitto assegnato a una prova un po’ castrata, la BMW R1200 R fa comunque un figurone, dimostrando di essere il prodotto ormai assolutamente maturo e perfetto di una dinastia gloriosa. Bella ancora prima di essere accesa, con le sue rifiniture perfette, le ruote a raggi, gli strumenti analogici, si dimostra alla prova dei fatti anche molto comoda. La posizione delle pedane, la larghezza del manubrio, l'altezza della sella e la sua larghezza contenuta si dimostrano il risultato finale di una grande esperienza. Il motore frulla tranquillo (non "romba", ma grazie al cielo non "fischia" neppure) ma è prontissimo a rispondere all’apertura del gas. La frizione è morbida, il cambio preciso è ancora capace di comunicare il feeling della cambiata. Si dice che chi non è abituato alla originale sospensione anteriore dei modelli boxer BMW, vale a dire il telelever, rimanga sulle prime spiazzato dalla sensazione di morbidezza dell’avantreno, scambiandola a tutta prima con una debole stabilità. Il modello che ho provato era perfettamente tarato, perché oltre ad mostrarsi assai agile non mostrava nessuna debolezza in curva ed in frenata; nessuna differenza apparente con l'esperienza tradizionale delle sospensioni. L’accelerazione è progressiva, ma un po’ più brusca di quanto mi sarei aspettato: il nuovo boxer ereditato dalla GS è di certo più vivace del precedente. La frenata è decisa, e per fortuna non ho avuto modo di mettere a prova l’efficacia dell’ABS. Rispetto al bicilindrico a V che amo mi manca il rombo, ma apprezzo il buon carattere del boxer.
Avrei voluto testare sulle curve verso Bettola la confidenza che la R è in grado di trasmettere, ma i trenta minuti passano troppo alla svelta ed è già il momento di rientrare, dove altri motociclisti aspettano impazienti. Ci sarà certamente il modo di provare più a lungo una moto che mi sembra rappresentare più di ogni altra l’Araba Fenice della due ruote divertente e allo stesso tempo della compagna per affrontare in comodità lunghi viaggi e vacanze.

Commenti

Blue Bottazzi ha detto…
Un amico ha venduto una Harley per comprare una R1200 GS, per andare finalmente in vacanza in moto. Dice che ha il rumore di uno scooter. Un altro la venduto la GS per comprare la Harley, ma non è ancora uscito di città.
Un altro ancora ha venduto la Stelvio per la R1200 R e dice che questa è finalmente la sua moto definitiva.
Il mondo gira, ma l'enorme potenzialità di Moto Guzzi, come compromesso perfetto fra il fascino di HD e l'efficienza di BMW, è gettato quotidianamente alle ortiche dalla gestione Colannino, che secondo me in moto neanche ci va...