EICMA 2010



Quest’anno avevo solo la mattinata a disposizione per il mio raid al Salone: quella del primo giorno di apertura al pubblico, per cui correva l’obbligo di presentarmi all’apertura dei cancelli (alle 10) per avere una chance di scattare qualche buona fotografia per il blog. Ciò nonostante non ho rinunciato all’idea di farmi il viaggio sulla moto; l’ultima volta i motociclisti che mi sorpassavano mi avevano fatto sentire colpevole a presentarmi ad un salone della moto su quattro ruote.
Siccome non mi andava di affrontare la tangenziale di Milano dell’ora di punta, e siccome Rho, la sede della Fiera, è il punto più trafficato e più lontano dell’universo (dopo Malpensa), mi decido per una bizzarra ellissi che mi tenga più o meno ai confini del traffico: Stradella > Bereguardo > Abbiategrasso > Magenta > Rho.
Affronto il freddo, lo stato abbandonato dell’asfaltatura delle strade lombarde e la cattiva segnaletica (per chiunque decida di non viaggiare per autostrade e tangenziali), ma sono ricompensato da qualche (rara) vestigia dei tempi che furono, come il Ponte di Ferro fra Stradella e Pavia, qualche corte agricola, qualche villa decrepita e, fra Bereguardo ed Abbiategrasso, della strada di pianura più sinuosa che si possa immaginare. Sarei a Rho anche per tempo, ma in città non c’è neppure uno straccio di cartello che indichi la Fiera; alla fine mi toccherà entrare in tangenziale solo per poter usare l’uscita Fiera. Da Rho al parcheggio avrò perso in questo modo una buona mezz’ora, ma il disappunto si stempera alla vista del parco delle moto parcheggiate.
Guadagnato rapidamente l’ingresso ha inizio l’irrinunciabile rito del Salone, come ormai da molti anni (dai tempi del liceo in cui arrivavo in treno).


Innanzi tutto un minuto di raccoglimento per la mancanza dello stand Morini, che d’abitudine mi accoglieva. È un vero peccato che un marchio tanto glorioso sia scomparso e che moto come la Granpasso non vengano più prodotte.
Il punto più bello del salone del 2010 è il vasto spazio ricavato a fianco dello stand Harley Davidson: una specie di diorama del west degli USA che accoglie le splendide auto della mitologia americana (da Cadillac Ranch) e ancora più splendide moto di carattere e fascino, esemplari unici ricavati da Harley, Triumph (c’è anche una replica dell’Ace Café) ma anche Ducati (una specie di Scrambler bicilindrica che non conoscevo) e Moto Guzzi.
Lo stand HD non ha novità di rilievo e gioca la carta del custom e del vintage, con esemplari su misura. Non lontano fa la sua figura anche l’importatore della Royal Endfield, assolutamente vintage.

La delusione del salone è per me rappresentato dallo stand della Moto Guzzi: dopo essere stato il più bello lo scorso anno con gli avveniristici e filanti prototipi della V12 disegnati da Pierre Terblanche, e dopo un anno assolutamente in sordina, delle agognate novità non c’è traccia, ma solo il solito remake del già visto e dei serbatoi riverniciati. Va detto che come sempre si consuma l’inspiegabile contrasto fra uno stand frequentatissimo, con un pubblico dagli occhi lucidi che si spertica in complimenti, e il mistero delle vendite più che deludenti. Qual è il mistero della mancanza del meritato successo dalla casa dell’aquila?
Fra i modelli un posto speciale è riservato alla Stelvio, che guadagna un serbatoio maggiorato, dai 18 litri precedenti agli addirittura 32 attuali - ma con un ottimo lavoro di design perché la differenza della linea quasi non si coglie e la moto rimane filante e leggera. Poi la nuova Norge 8V, mentre l’unica Breva rimasta è la Sport 1200 con una magnifica livrea tricolore ed una seduta più comoda del vecchio modello. Ma insomma un po’ poco per una azienda, la Piaggio, che espone invece con orgoglio una quattro ruote (quattro ruote!), una specie di Smart, alla Fiera del Motociclo. Cosa ci aspetterà il prossimo anno, un aereo per Alitalia? Questa è la differenza fra la passione per le due ruote e quella per la finanza…

Ci sarebbe da prendere esempio da BMW, che nonostante continui ad essere premiata da vendite senza crisi non rinuncia mai a rinnovarsi. Indovinata anche la disposizione del suo stand, dove i modelli invece di essere divisi per serie, sono raggruppati in aree tematiche per tipo di moto: l’area delle GS, quello delle roadster, le sport tourer e così via. Fra le GS non passa inosservato il ritorno della piccola monocilindrica 650, piuttosto simile alla precedente (ma abbellita nel frontale) e ora chiamata G650 GS per non creare confusione con la bicilindrica F650 GS (che poi è una 800, ma insomma…). Le altre due del poker sono rappresentate dalla bellissima F800 GS, un oggetto del desiderio per gli amanti dello sterrato, e la regina delle turistiche, la R1200 GS, anche in una versione triple black. Insomma, BMW non rinuncia neppure ad un solo potenziale acquirente.
Fra le roadster spicca la R1200 R, leggermente aggiornata nell’estetica (il faro e la strumentazione, con due bei cilindri analogici - ma stranamente con un misero fondo nero anziché nel più sportivo e accattivante color bianco) e nel motore, il nuovo boxer già adottato dalla GS. Fra le varie opzioni, irresistibile il modello Classic, con ruote a raggi ed una striscia bianca tipo Ducati lungo il serbatoio nero e il parafango anteriore: un vero mix di classic bike e di tecnologia, di fun bike e di tourer che ne fanno una moto unica nel panorama attuale. Se l'avessero presentata anche color bianco con striscia nera, ho paura che che a questo punto l’avrei già prenotata.
Un bel colore nuovo anche per la F800 ST, e come sempre un prototipo, questa volta dello “scooter di batman”. Bisogna ammettere che BMW merita tutte le vendite che fa.

Lo stand Triumph è dedicato alle nuove turistiche 800 cc, sempre tricilindriche ma con assetto da enduro stradale. Si chiamano entrambe Tiger, e mentre la stradale pura è più scialba, la tassellata XC ha maggior fascino, con l’immancabile beccuccio, un po’ alla Ducati Multistrada anche se il modello su cui è stata forgiata è dichiaratamente la BMW F800 GS. Che dire dell’estetica? Una bruttina che può piacere, un po’ come le auto da rally di una volta, tozze, aggressive e funzionali. Il suo problema è di trovarsi in concorrenza con una teutonica bella come la 800 GS… vedremo se il mercato saprà premiarla.

Dulcis in fundo, lo stand che ogni anno attira il maggior pigia pigia di pubblico: Ducati. Che anche quest’anno non si smentisce: dopo la Hypermotard, la Streetfighter e la Multistrada, quest’anno incanta con un modello totalmente inedito, dal bel nome bolognese di Diavel, il diavolo. Ed è un diavolo davvero una moto che reinventa il concetto di fun bike di alta cilindrata (1200 cc), tozza e possente eppure leggerissima (210 kg), più bella e filante di una Buell o di una V-Max. Una moto dai dettagli che conquistano, come i collettori di scarico. Non so se si rivelerà troppo estrema per il mercato reale, ma è sicuramente bella e coraggiosa, e poi con Ducati non si sa mai…

Un’osservazione a margine: sarà la suggestione, ma in quelle prime ore dell’apertura pare proprio che ogni stand raggruppi un pubblico diverso anche per DNA. Western quello delle Harley; intenditori un po’ agé quello di Moto Guzzi; radical chic quello di Triumph; sportivo quello di KTM; fighetto (stile avvocato / dentista) quello BMW; romagnolo quello Ducati; ragazzi le jap.

Chi resta? KTM, che se la gioca sulle vernici, e MV Agusta, che presenta un tricilindrico sportivo che la mia natura turistica non mi permette di apprezzare fino in fondo.

E naturalmente le giapponesi, che per me restano più giocattoloni che motociclette di fascino (con tutto il rispetto per la rivoluzione che in altri tempi fecero le Honda Four e le Kawasaki Mach III - ma erano altre jap quelle). Si fanno notare le nuove Honda Crossrunner 800, dal curioso design, mix fra la penna che ha tratteggiato la VFR e le enduro stradali “GS / Multistrada / Tiger”. Vale lo stesso commento: una bruttina che potrebbe piacere, con vocazione ben inteso al 100% stradale. Di fascino superiore la pur simile V4 Crosstourer 1200 cc, per ora solo un prototipo ma che pare fatta della stoffa della compianta Africa Twin, con i suoi pneumatici tassellati e le borse squadrate di metallo. Sempre nello stand Honda si lascia guardare la Hornet, dotata di un nuovo cupolino meno manga.
Allo stand Yamaha si faceva ammirare un bell’allestimento africano della Super Ténéré, che non ha avuto successo al primo colpo ma non si sa mai, e la sorellina monocilindrica Ténéré. In Kawasaki ho visto una simpatica vintage W800, ma mi domando: chi vorrebbe l’imitazione se può avere l’originale (la Bonneville) ?
Dello stand Suzuki posso solo sottolineare che mi pare fantascientifico che si ostinino a non aggiornare la V-Strom, il brutto anatroccolo che resta fra le più vendute, apprezzate e riuscite della categoria enduro stradale.

La mia regina del salone? Ducati Diavel, non ho dubbi. E la vostra?
A parte questo, sono tranquillo: non ho visto una moto da acquistare nel 2011. Mi tengo ancora la mia.


Commenti

ste ha detto…
in merito alle guzzi, mi viene in mente anita loos: gli uomini preferiscono le bionde/gli uomini sposano le brune...
la diavel - esteticamente parlando - non mi convince, non sarà il mio ideale di moto, per cui posso non essere obiettivo, ma specialmente la parte anteriore mi sembra un po' tirata via, poco aggressiva e un po' sfuggente...

ottimo resoconto come sembra...

ciao!
Acrostico ha detto…
Ho visto in giro qualche foto delle moto presentate all'EICMA e devo dire che nessuna mi suscita interesse.Concordo con te suula incredulità ne vedere come le marche italiane, tranne Ducati, siano così restie ad aggiornare i modelli con un pizzico di originalità.
Come la BMW invece fa continuamente.
In ogni caso preferisco la mia vecchia e bella GS1150.
Voglio vedere quanti km ci farò, mi sa che vado in pensione con lei.
ciao
ste ha detto…
ottimo resoconto COME SEMPRE...

concordo con acrostico. ho un 1200 gs, ma prima avevo il 1150 gs (seconda serie) che mi sembra sempre il più bello! con il 1150 sono arrivato a quasi 100.000 km e chi l'ha comprato ci sta andando ancora...
sergio ha detto…
io ho una K75 S da 16 anni ( lei in verità ne ha 18 ).
ho appena speso 800 euro per gomme e ispezione completa.
se pensate che la venda siete off ( cioè fuoristrada......)
Acrostico ha detto…
però è bello sapere che c'è Blue che gira con una Aquila sul serbatoio.
;D

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