L’editoriale del numero di luglio di Motociclismo riporta: “Al contrario di quanto pensano (o si augurano) molti guru dell’era digitale la rete e le sue sempre più affascinanti applicazioni non soffocherà la carta stampata. Anche se l’incalzare dell’informazione via web ha costretto, e sempre più costringerà, la carta stampata a darsi, come si dice, una mossa. La obbligherà, come già sta facendo, a giustificare la proprie esistenza con la qualità dell’informazione offerta. Che vuol dire completezza, approfondimento, imparzialità. In una parola autorevolezza, capacità di incidere sul mercato, indicare tendenze, interpretare le esigenze di chi legge, e magari anticiparle, perché dal nostro osservatorio siamo (doverosamente) abituati a veder un po’ più in là”.
A parte che nell’editoriale si riescono ad infilare due refusi come Ipad ed iPhon (e vabbé), poche pagine più in la l’autorevolezza (che in passato nessuno ha mai messo in dubbio) della prestigiosa rivista così si esprime nelle risposte alla posta dei lettori:
“Caro Direttore, nell’ultimo numero di Motociclismo ho letto l’articolo relativo alla Yamaha Super Ténéré che […] viene citata come l’unica moto ad avere ruota anteriore da 19” e i cerchi a raggi. Io possiedo una Moto Guzzi Stelvio NTX che ha anch’essa la ruota da 19” e i cerchi a raggi…” Una seconda lettera lamenta l’errore di non citare la Stelvio nello stesso articolo.
Sapete qual è stata la risposta “completa, approfondita, imparziale, autorevole” di questa rivista di carta?
“Abbiamo riflettuto a lungo sull’opportunità di citare anche la Moto Guzzi Stelvio come diretta antagonista della GS… le vostre perplessità sono condivisibili però quel mezzo quintale in più di peso e qualche piccolo difetto rendono difficile un confronto ad armi pari contro la BMW…” (sic).
Giuro! C’è scritto così: mezzo quintale in più e qualche piccolo difetto. Qualche piccolo difetto? Perché le moto di cui scrivono, per scelta redazionale, sono solo quello prive di qualche piccolo difetto? E poi, quale piccolo difetto? Non sono citati per pudore? Perché altrimenti può capitare l’ingenuo che fra i piccoli difetti potrebbe immaginarsi il fatto di non avere la pagina di pubblicità sulla rivista…
Per restare nel mondo delle riviste di carta, anche Dueruote, dopo la sorellona Quattroruote, ha compiuto il salto al digitale con la rivista per iPad. Ho compiuto una prova su strada dello stesso numero, carta contro iPad. A parte condizioni limite, del tipo lettura a pieno sole come spiaggia o piscina, la lettura su iPad mi ha conquistato totalmente. Non solo tutto l’archivio riviste è a portata di mano su iPad, ma il gesto di sfogliare, avvicinare gli elementi da leggere, allontanarli nuovamente diventa in breve così naturale che dispiace che la rivista di carta non ne sia capace… Per inciso, il numero di agosto di Dueruote contiene una prova della Super Ténéré che giudico molto più autorevole di quella della rivista concorrente.
Commenti
Lo zoom si fa con il doppio tap del dito sul punto che interessa leggere, lo 'zoom out' con un altro doppio tap. Funziona poco invece l'ingrandimento utilizzando due dita: a volte la pagina "rimbalza", a volte sembra bloccarsi, in qualche occasione persino si chiude (come succede quando un'applicazione supera i limiti di memoria messi a disposizione dal sistema operativo: iPad non conosce la memoria virtuale).
Sono comunque problemi veniali, che per esperienza vengono corretti agli upgrade "minori" del software.
;-)