La primavera è durata tre giorni quest’anno. Poi si è presentata l’estate. Abbiamo appena ripreso la moto che già si suda sotto il casco. Domenica ho festeggiato l’arrivo di Madama Estate con un giro suggestivo fra un’esplosione della natura per strade così secondarie che quasi non ho incontrato altri motociclisti -- e di questi giorni quando il sole splende non è facile.
Entrando in provincia di Piacenza non ci si sente ancora in Emilia. Ad ovest infatti si sconfina subito nell’oltrepo pavese. A sud la Val Trebbia e la Val d’Aveto portano sull’Appennino Ligure e poi al mare.
Per respirare aria di Emilia lungo la pianura del Po (evitando una trafficata via Emilia senza alcun fascino) bisogna dirigersi verso Caorso e Cortemaggiore. I campi sono piatti, l’odore dell’erba tagliata è forte, compaiono delle placide corti di campagna e belle ville gialle su cui svettano suggestive torrette.
La giornata sotto il sole a picco era così bella che persino la strada piatta e dritta verso Fiorenzuola d’Arda sembrava bella, e nemmeno la tangenziale che ci ha fiondato verso Castellarquato è riuscita a rompere l’incanto. Il castello prende forma sulle colline da una certa distanza, conferendo all’arrivo al borgo medioevale un che di fiabesco.
Da Castellarquato a Lugagnano si lascia la pianura per entrare nell’Appennino, che può portarci verso quel magico catino che è la Val di Ceno, un quadrilatero delimitato da Bardi, Borgo Taro, Berceto e Varano de Melegari - da cui partono le vie verso infiniti e suggestivi Passi verso il mare.
Invece da Luganano preferiamo continuare la Val d’Arda verso lo sperduto borgo di Morfasso. Una decisione premiata da una strada assolutamente deserta lungo la quale incappiamo proprio all’ora di pranzo in una sagra dedicata alla memoria della Resistenza conservata da questi monti. Pisarei e Fasò (piatto autoctono di gnocchetti e fagioli) e poi scolliniamo verso la Val Nure. Si raggiungerebbe Bettola se non fosse che pieghiamo per San Michele memori dei ricordi d’infanzia di un amico che frequentava una scuola elementari di due classi connesse da una scala a pioli, che mi ha raccontato di un albergo in un improbabile stile inglese trapiantato fra queste povere case. Invece unica traccia d’Inghilterra una Jaguar con targa d’Albione, e poi si torna in pianura per sconfinare nel lodigiano attraversando un ponte di barche, non prima della sorpresa di un incontro ravvicinato dietro un tornante con un daino, che si attarda un attimo ad osservare (probabilmente la moto: quando l’ho incontrato nella stessa zona qualche anno fa cavalcavo una moto nera, ora bianca).
Un modo molto bucolico di celebrare la mia idea di moto-turismo.
Commenti
il 2 giugno si parte per l'annuale alpitour, 1850 km tra italia, austria e slovenia, speriamo nel tempo... siamo in 11, e in ogni caso ci divertiremo...