La prova comparativa nasce da un’uscita sull’Appennino parmense: io su una fascinosa Moto Guzzi Stelvio 1200 bianca con poche migliaia di km sul tachimetro; l’amico Stefano su una classicissima BMW R 1200 GS rossa accessoriata di tutto punto. Il terreno della prova non è facile: una interminabile sequenza di tornanti lungo una stradina stretta e dal fondo in pessime condizioni, quasi a voler mettere particolarmente a prova proprio le sospensioni delle due rivali.
Com’è noto la R 1200 GS è campionessa di vendite del suo segmento (e non solo), un vero best seller specialmente nel nostro paese; la Stelvio è invece l’outsider, in qualche modo la sfidante, dalla linea e dal motore classicamente di stile italiano (non a caso il secondo è il classicissimo Guzzi bicilindrico a V, sia pure nella moderna e potente incarnazione a 4 valvole per cilindro).
La Stelvio si presenta come un King Of The Road: aspetto, telaio (doppia trave superiore saldamente ancorato al motore portante), peso e dimensioni (sia della generosa forcella anteriore che della possente copertura posteriore, oltre che del cardano CARC) ne fanno una sorta di truck racer. Alla guida l’impressione è quella di una grande stabilità e di una notevole potenza: è come viaggiare su un treno e la moto sembra effettivamente correre sui binari. Il manubrio particolarmente largo, la posizione eretta del busto e le gambe distese csembrano confermare l’idea di essere su un mezzo nato per grandi viaggi.
Grazie alla protezione del parabrezza e l’esuberanza del motore la Stelvio trova paradossalmente l’habitat ideale negli spostamenti autostradali. È un paradosso perché parliamo di un Enduro, sia pure stradale e sia pure di 240 kg.
In accelerazione il bicilindrico regala un rombo da brivido, che un amico ha paragonato ad un quadrireattore della RAF in decollo, e la ruota posteriore è abbastanza larga da aiutare ad assorbire lo scaricarsi a terra della potenza, anche se l’acceleratore va dosato comunque con delicatezza. L’abbondanza della ruota posteriore rende anche particolarmente naturale la piega, che sembra gestita dal pilota automatico e non comporta nessuno sforzo, almeno fino alle alte velocità quando l’inerzia del mezzo comincia inevitabilmente a farsi sentire.
Il limite di tanta grazia è rappresentato dai tornanti e dalle strade particolarmente ripide, quando le dimensioni contano ma soprattutto conta il carattere nervoso del motore, quando l’apertura del gas va dosata con il contagocce ed il manico del pilota diventa importante. Tanto che io, che manico non sono, mi trovo di tanto in tanto a dovermi aiutare con la frizione o a dover affrontare comunque i tornanti a gomito con un eccesso di prudenza, specie in presenza del passeggero.
Per onore di cronaca devo però sottolineare l’ottimo comportamento di tanta moto anche sul terreno brutto: non solo buche e cunette vengono ben assorbite dalle sospensioni poderose, ma anche sullo sterrato la Stelvio sembra mantenere tutta la sua stabilità; e siccome gli sterrati non si sa mai dove vanno a finire, mi è capitato che mi tirasse fuori dai dai guai di un terreno sabbioso e di recente persino di un tratto davvero fangoso senza scivolarmi a terra.
Ma veniamo alla BMW R 1200 GS, il Rolex di tutte le motociclette: sin dall’aspetto si presenta in modo differente dalla Stelvio. Meno stile ma molta eleganza; e un’aria ormai diventata familiare tante se ne incrociano per strada. La nuova GS 1200, a differenza delle vecchie 1100 e 1150, trasmette anche un’idea di leggerezza (borse laterali squadrate a parte) e di maneggevolezza che vengono confermate appena saliti in sella. La seduta, sia detto subito, è comodissima, sia per merito della morbida sella che della perfetta posizione di guida nella triangolazione ottimale di manubrio, sella e pedane. Anche l’altezza da terra è ottimale, offrendo l’idea di una moto persino più leggera di quello che in effetti è.
La maturità raggiunta dal progetto GS è resa evidente dal senso di confort che la moto sa trasmettere sin dal primo approccio.
La prima sensazione è confermata anche quando la moto si muove. Il motore bicilindrico boxer BMW è così elastico da apparire fin automobilistico: la moto accelera e decelera con docilità all’aprire e chiudere del gas, senza strappi e senza mai impuntarsi. Il rovescio della medaglia è che il rumore appare come un sibilo soffocato rispetto al rombo del bicilindrico italiano.
Affrontando le prime curve l'agilitò della GS è evidente, tanto che pare di avere a che fare con uno scooter più che con una moto da 1200 cc. Non è difficile capire come possa avere tanto successo di vendita: la GS si può guidare tanto per affrontare il Giro del Mondo quanto in alternativa ad uno scooter cittadino.
La sospensione anteriore è il singolare telelever della BMW che ha bisogno di un po’ di esperienza: a tutta prima non offre la stessa impressione di stabilità della Stelvio, ma chi è avvezzo alla guida di BMW garantisce che è solo un “effetto ottico” e la stabilità offerta dal telelever è in realtà assoluta.
Quando restituisco la BMW per tornare sulla mia Stelvio mi sembra di lasciare un cavallo mansueto per un toro; mi dispiace per il confort che lascio, ma sono contento di ritrovare la grinta a cui mi sono ormai abituato.
In conclusione, quale delle due moto comprerei oggi?
Visto che parliamo di moto a non di auto, acquisterei di nuovo la Stelvio, ma solo per la personalità del motore e per l’anticonformismo del mezzo. Capisco però tutto il successo di cui gode la GS. E comunque anche Stefano dopo la prova decide che anche lui riacquisterebbe la sua moto...
Pari.
Commenti
Nulla da eccepire sulla BMW ma non siamo un pò stufi di questa moto un pò civettuola e un pò da fighetti???
Come ti trovi? Sei soddisfatto?
provando la stelvio di blue, la prima impressione è proprio quella di un motore nervoso, di una moto che, a cominciare dalla sella (che nulla concede al superfluo...), ti tiene sempre in tensione...
se del gs apprezzo la fluidità, il comfort che ti consente di fare 500 km su strade di montagna ed arrivare a sera con la voglia di fare ancora qualche km, della stelvio non posso fare a meno di notare l'estrema nervosità del motore, che si fa sempre sentire, sino quasi a farti vibrare all'unisono... certo qualità che danno carattere alla moto, ma sono distanti dalla fluidità che dimostra il gs quando apri il gas e fili via...
pur nei limiti della prova condivido il giudizio in merito alla guidabilità, che con le differenze di cui sopra reputo eccezionale in entrambe le moto. per avere un giudizio più ampio dovrei aver provato più a lungo la stelvio, su percorsi diversi. la stretta strada appenninica non permetteva certamente di far cantare i motori nel modo giusto... sono convinto che sia io che blue, dopo una prova più lunga non saremmo così categorici nell'escluderne l'acquisto...
p.s. fighetti?
sono l'amministratore del blog: "Due ruote nel web", che tratta argomenti prevalentemente incentrati sul mondo delle due ruote ma non mancano articoli di altro genere come fatti di cronaca, attualità, racconti personali, ecc...
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Fammi sapere se sei d'accordo.
Saluti,
Willy
Melus
Una domanda alla quale forse non è possibile rispondere con correttezza è "l'affidabilità?" però sarebbe davvero fondamentale (in particolare su moto di questo tipo) sapere se una o entrambe si "rompono" facilmente tanto da sconsigliarle per i viaggi o se la relativa manutenzione fuori garanzia è davvero "significativa" da un punto di vista monetario. Nel cuore ho la mitica AT 750.
Poi, domanda per l'ottimo Melus:
tanti passano dalla BMW all'Harley... non ne comprendo il motivo, mi dai un aiuto?
Grazie per le info e... buona moto a tutti!
Certo, l'assistenza non è a buon mercato...
(e sara' per risparmiare tanto sull'usato...)
quale prendo?
ps la cosa che mi fa piu' paura e' la famigerata inaffidabilita' guzzi (ci sara' un fondo di verita?)
ps ps
vengo da una versys che non conosce problema di sorta, 16.600km senza consumare una goccia di olio o liquido . perfetta. Consuma oltre o 20km/l
passerei ad un mastodonte solo per il fascino , non per reale bisogno.
Per l'assistenza: della casa madre io sono entusiasta, ti dico solo che in un'occasione mi hanno fatto dono delle valige laterali "da deserto". Per il concessionario, ognuno fa per sé: io ho la fortuna di essere assistito, a PC, da un ottimo concessionario, Moruzzi, non a buon mercato ma gentile e capace. Altrove, non so.
La scelta fra le due moto è una scelta fra due realtà molto diverse.
La GS è una moto praticamente perfetta, molto comoda, facile come uno scooter, una vera giramondo.
La Stelvio è una moto ruvida, una gran cavalleria, un TIR da corsa con un bel rombo, qualche chilo di troppo e una sella in travertino.
L'unico buon consiglio che posso dare è di provare entrambe prima dell'acquisto, magari noleggiandole per un giorno. Ognuno riconoscerà il proprio modello.