Uno dei pochi vantaggi di abitare in una città dal nome ingannevole come la mia ("Piacenza") è che, fatta salva una striscia di Pianura Padana (quanto basta per avermi insegnato l'amore per il Grande Fiume), tutta la provincia si arrampica sugli Appennini. Innumerevoli valli che si concentrano verso la città, creste che regalano inaspettati panorami mozzafiato, passi che conducono ad altrettante valli verso il Piemonte, verso la Liguria, verso il parmigiano, verso il pavese. Non sono le strade a curve che mancano tutto qui attorno, ed anzi se si considera anche la ragnatela di viottoli dall'asfalto sbriciolato che conducono a paesi in quota quasi dimenticati e altrettanti sterrati, diventa impossibile anche pensare di conoscere ogni strada dei dintorni percorribile su due ruote. E se gli Appennini venissero a noia (un po' difficile, visto che Passo dopo Passo le strade in quota attraversano tutto lo stivale), basta percorrere non troppa pianura lombarda per trovarsi ad esplorare i Grandi Laghi, o le Alpi stesse, almeno quelle lombarde e piemontesi (per le Dolomiti in effetti la strada è lunghetta...)
Ritorno ora da una domenica in cresta fra due valli, a non più di mezz'ora da casa eppure gratificata da una tale frizzante giornata di sole autunnale da aver regalato l'impressione di essere su montagne ben più alte del 1000 metri raggiunti.
Per questo ho in programma di pubblicare una serie di post che racconti di alcuni di questi tragitti, sia pure con la consapevolezza di non raccontare nulla di straordinario perché perlopiù si tratta di percorsi ben noti a molti motociclisti... prendetelo semplicemente come una descrizione in più di un bell'itinerario...
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