Comparativa Classic Bike

 La comparativa nasce da una bellissima iniziativa del mensile Motociclismo. Nell’anno senza EICMA (il Salone della Moto), Motociclismo ha pensato di mostrarci tutte le nuove moto del mercato nella cornice del Castello di Paderna -- che è un bel po’ più bello di Rho (sede della Fiera di Milano). Non solo: oltre a vederle, le moto si potevano pilotare, in sessioni comparative di modelli omogenei. 

In effetti all’inizio la mia non doveva essere una comparativa di modelli “classic”. Pensavo alla HD Pan America, alla Ducati Multistrada V4, alla Suzuki V-Strom 1050... Ma i gruppi Crossover e Avventura erano esauriti da un pezzo, e complice una bella giornata di sole, nessuno è mancato all’appuntamento. 

Ecco dunque la comparativa Classic, lungo un bel percorso per le Valli Piacentine, che dalla Val d’Arda si è spinto fino alla Val Nure di Farini d’Olmo, con un mix di situazioni che aiuta a farsi un’idea dei pregi e difetti dei modelli in prova. 



La Scrambler Ducati, 800 cc. Sempre un gran bel classico a vedersi. Inforcata riporta un po’ alla mente quelle biciclette chopper che andavano di moda nei primi anni ’70. È corta, manovrabile, si guida come una bicicletta, ha un motore estremamente morbido, quasi elettrico, e una postura un po’ guascona, con le braccia larghe e il busto eretto. È la moto urbana per eccellenza. 

Dà il meglio di sé nelle strade della città, anche con il passeggero, grazie alla sella spaziosa. Nelle gite fuoriporta invece ci accorgiamo che la sella è un po’ dura, che la posizione di guida non è così confortevole, e che l’allungo del motore è un po’ meno di quello che ci aspetteremmo da una Ducati. Insomma: comoda in città, stanca un po’ ad andarci al mare. Voto: 7½ . 



La famiglia Royal Enfield. La Interceptor 650. È tranquilla. Ha una linea con una forte personalità, è comoda, piace decisamente a chi comincia, perché è una moto che ti mette a tuo agio. 

Ma il motore è davvero tranquillo, eccessivamente tranquillo. 

Stranamente il nome aggressivo, Interceptor, è quello del modello Gran Turismo, mentre la sorella con i manubri bassi si chiama Continental GT. Che è uguale all’altra, ma ha i manubri sportivi, mentre le pedane non sono arretrate ma restano nello stesso posto. Eppure, c’è da ammetterlo, neanche questa è scomoda, nonostante i polsi un po’ carichi. Voto: 7.  


La nuova Moto Guzzi V7 850. Bella è bella, sia nella versione elegante (Special), che in quella più grezza e moderna (Stone), anche se si può fare di più. Il serbatoio è molto stretto; un po’ più largo la renderebbe più maschia. La strumentazione, sia quella classica della Special (un po’ povera), che quella modernista della Stone (non particolarmente bella), può essere disegnata meglio. Le dimensioni sono contenute, la sella è comoda per due, le sospensioni sono all’altezza. Il motore, versione dedicata dello small block 850, è vivace, mentre la posizione di guida è molto classica, niente affatto sportiva, e le due cose contrastano un po’. E manca il sound Guzzi. 

Si capisce che mi aspettavo di più dalla V7? 

Più che ai bassi regimi, dove il motore ha una bella coppia, ma è eccessivamente nervoso per il tipo di moto, il meglio, a sorpresa, viene nell’allungo, che è più di quanto i cavalli motore lascino presagire. 

Insomma, la V7 850 è sulla buona strada, ma non è la regina della categoria. Voto: 8. 



Perché the winner is: la “Bonneville” Street Twin. È la moto più matura del pacchetto. La seduta è confortevole, la ciclistica sportiva, il motore ha un rombo cupo che fa vibrare lo stomaco, ed è morbidissimo nella sua coppia entusiasmante. 

Guidarla diverte più di ogni altra classic, e con il massimo del confort. Non erano disponibili le nuove Bonneville T100 e T120, che mi sarebbe piaciuto provare, ma la Street Twin diverte un sacco, ad un prezzo ben inferiore a quello della sorella maggiore la Speed Twin. Unico difetto, la scodella della strumentazione: questa moto si merita un po' di più. Voto: 9. 


One more thing. Come extra è stato aggiunto al gruppo in prova una Harley Davidson classicamente custom, la Sport Glide. Un motore da camion (1700 cc), i piedi tutti avanti, una ciclistica decisamente americana. Pesa più di 300 Kg, ma non si avvertono perché la sella è molto bassa. 

Deve piacere il genere di moto ed il genere di guida, e siccome io non apprezzo né l’uno né l’altro, mi astengo dal giudicarla. Sottolineo solo che costa il doppio delle concorrenti del gruppo Classic, e che guidarla non mi diverte neanche un po’. 


PS: grazie ancora, Motociclismo. Facciamolo di nuovo! 

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Commenti

Moruzzi Giovanni ha detto…
Volevo solo rettificare che la Royal Enfield gt ha le pedane arretrate rispetto alla sorella Interceptor.Un saluto a tutti e complimenti per la recensione....anche se una nota ai diversi listini avrebbe spostato sicuramente l'ago della bilancia....
Blue Bottazzi ha detto…
Certo, il prezzo è senz’altro un asso nella manica delle Royal. Va aggiunto che eravamo in sette nel gruppo di prova. Uno dei piloti era particolarmente bravo, ed ha sempre tenuto la Continental nel “gruppo di testa”. Inoltre un paio partecipavano con lo scopo di scegliere la moto da acquistare. Entrambi alla fine hanno espresso la loro preferenza per la Interceptor. Tutti gli altri hanno preferito la Street Twin, ma non la acquisteranno. Io sono stato l’unico a guidare volentieri le V7...