Classic revisited

Ancora un post sulle moto classiche, un aggiornamento sulla categoria che ho definito: « ...una moto stradale con un aspetto motociclistico classico. Per fortuna i modelli non vengono prodotti assecondando rigidi standard, così che c’è sempre un margine di flessibilità nel definire una moto. La classic è in qualche punto della linea retta tesa fra la vintage e la naked, cioè fra la moto di una volta e la moto stradale nuda non carenata. Così la definivo in un vecchio post: “una moto naked, di fascino, con un motore che sappia ancora cantare; una moto sobria e corposa che sfrutti anche ciclisticamente la tecnica motociclistica del duemila pur mantenendo la filosofia delle due ruote stradali. Un oggetto del desiderio che attiri gli sguardi al semaforo” » 

Dopo gli anni ottanta e novanta, anni di magra per gli appassionati di moto classiche, ed i duemila tutti spesi (dai produttori) a rincorrere potenza, cilindrata e prezzo (alto), il reflusso di questi anni duemila e dieci sembra aver riscoperto la bellezza delle forme. Anche nell’automobilismo si sono rivisti remake riusciti di modelli classici, come la Fiat 500 e la Mini, e ci metto anche la Volkswagen Beetle, che ha mancato il successo solo perché la casa produttrice le ha imposto un prezzo troppo alto, oltre tutto del tutto incoerente con lo spirito del modello che aveva inaugurato la automobile del popolo.

Fino a pochi anni fa l’unico modello disponibile di moto classica era la Bonneville, leggermente compromesso sul lato vintage. Perché classica non significa vecchio stile, ma al contrario una filosofia motociclistica mai tramontata.
Ducati produceva fino a qualche anno fa una GT1000, di fascino ma tecnicamente poco riuscita, e decisamente scomoda. La gestione Audi ha promosso il ritorno della Scrambler, un icona che è stata talmente bene accolta dal pubblico da diventare non solo il modello di punta delle vendite della azienda di Borgo Panigale, ma anche una delle moto più vendute in assoluto nel nostro paese. Il suo successo ha stimolato la concorrenza, e nuovi modelli classici, più o meno stradali e scrambler appaiono ogni giorno.

Yamaha ha appena presentato una XSR 700 di fascino, derivata dal suo best seller la MT-07. Il che significa una moto performante, moderna, dalla linea sexy, ad un prezzo abbordabile, 7590 €, ad una cilindrata prossima alla più classica che c’è, la settemmezzo. Una concorrente temibile per la Ducati Scrambler (che ad un fascino imbattibile unisce però il difetto di un motore troppo nervoso, affaticato da un troppo marcato effetto on-off), ma anche per la Bonnie e la piccola Guzzi V7 II, che si trova ad essere, sia pur di poco, la più costosa del gruppo. C’è da aggiungere che ognuno di questi modelli ha una personalità così spiccata da guadagnarsi un proprio pubblico decisamente fidelizzato.

La new entry è una francesina, la MASH Five Hundred, prodotta in Cina con motore Suzuki. La Mash recupera una cilindrata da anni settanta, la 400, ed una linea di fascino retro, con cromature e serbatoio bicolore. Ad un prezzo davvero concorrenziale, 4700 €. Vista dal vivo fa un ottimo effetto, di moto vera e non giocattolosa. Resta da verificare quanto sia affidabile nel tempo.


Passati i 1000 cc, la scelta fra le maxi classiche disponibili si dirada. La BMW ha ritirato la sua R1200 R Classic con il classico boxer raffreddato ad aria, per sostituirlo però con ben due modelli: la piccola, grintosa ed ignorante NineT, e la nuova e tecnologica R1200 R con motore raffreddato ad acqua di ben 125 CV. Due bei modelli, con tanta innovazione, ma ad un prezzo decisamente da ricchi, dai 16 fino a sfiorare i 20 mila euro, considerati gli optional più o meno obbligatori. Gli altri due modelli fra cui scegliere sono giapponesi, la Honda CB1100 EX (Four) e la Yamaha XJR 1300, quest’ultima aggiornata di fresco. Mentre la Yamaha si porta a casa con 10390 €, la Honda esagera con prezzo di ben 12500 €. 


Assolutamente di moda, le scrambler. La Triumph, resa popolare da Steve McQueen, non è mai mancata. La Ducati è appena arrivata, ed ha un carattere del tutto opposto: tranquilla e romantica l’inglese, corta, nervosa e sportiva l’italiana. Potrebbe costituire una notevole concorrente della Triumph la Moto Guzzi V7 Scrambler, se non fosse che al momento non viene venduta come tale ma solo come elaborazione del modello stradale. Il che significa una spesa immagino non indifferente, che però non saprei quantificare. 
Ancora una volta l’outsider è la MASH, che propone una 400 di fascino, che a 4990 potrebbe costituire la tentazione di una seconda moto a chi già possiede una stradale pura. 
Al Salone dovrebbe vedersi anche una Borile 300 CR, monocilindrica a 5850 €. 

prezzi indicativi classic bike

prezzi indicativi classic scrambler 




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