Giornate Mondiali Guzzi 2011



Giornate di Straordinaria Follia. Già nell'avvicinarci al Lago di Como sabato mattina affrontando l’insopportabile traffico lombardo ci rendiamo conto che c’è qualche cosa di diverso: il numero inconsueto di biciclindrici a V che vanno concentrandosi mano a mano che Lecco si avvicina, inclusi una gran quantità con targhe francesi, inglesi e tedesche. Sul lungolago di Lecco è evidente che esiste un traffico di due ruote diretto a Mandello, ma non ci aspettavamo la coda di due e quattro ruote che incontreremo già sulla tangenziale in prossimità della nostra uscita. È solo sabato mattina e già la strada per Mandello del Lario è tutta una colonna di mezzi fermi, anzi di due colonne, a destra le auto, a sinistra le moto, e c’è già gente che parcheggia. Neanche questo ci può preparare a quanto troveremo arrivati alla fine al paese sul lago, ed è difficile provarsi a descriverlo a chi non l’ha visto con i propri occhi: ogni centimetro quadrato di spazio, di marciapiede, ogni angolo è occupato da una Moto Guzzi parcheggiata. Migliaia e migliaia e migliaia, decine di migliaia di Moto Guzzi, nuove, vecchie, d’epoca, speciali, strane, belle, colorate, rumorose che prendono d’assalto il paese. Le strade sono occupate interamente dalla folla dei motociclisti che cammina e dalle automobili in coda, gli abitanti sono assediati in casa, alcuni lusingati, altri meno soddisfatti, tutti stupiti. Il punto di arrivo di tutti è la fabbrica della Moto Guzzi dove in molti sono in coda per acquistare il biglietto per la visita, in molti sono in coda per entrare, e dentro in molti sono in coda per il museo. Anche se il vero museo è quello fuori dalla fabbrica, con tutti i modelli prodotti ed alcuni inventati che sono parcheggiati ovunque per chilometri. Il prato del Parco di Mandello, sul lago, è totalmente conquistato dalle tende dei nibelunghi e dalle loro moto, che costituiscono uno spettacolo di per sé, come un grande e rumoroso circo. È come essere a Woodstock con la differenza che non c’è uno show e lo spettacolo è il pubblico e le sue motociclette. Forse lo spirito dell’evento è proprio questo, la gente, i motociclisti e non la fabbrica.
Non credo siano state organizzati eventi da Moto Guzzi, che si è limitata ad organizzare (bene) l’accoglienza a questa biblica fiumana motorizzata, anche se suppongo che le sue dimensioni siano andate molto oltre ogni aspettativa. Qualcuno si lamenta di dover pagare (abbastanza salato) per entrare in fabbrica; immagino sia un costo necessario per coprire le spese dell’organizzazione. Peccato però che, contrariamente a quanto si diceva, in fabbrica non ci sia molto da vedere: non c’è affatto la nuova California 1400, non c’è la V7 scrambler, non ci sono neppure le moto attualmente in vendita. Di provare non se ne parla neppure, anche perché di strade libere per poterlo fare in effetti non ce ne sarebbe neanche mezzo metro. L’amore per il marchio è palpabile, come è evidente il numero dei potenziali clienti disposti ad attraversare mezza Italia quando non mezza Europa per questo pellegrinaggio.
C’è da domandarsi se questa Moto Guzzi meriti tanto amore, ma ancora di più se sarà capace di mettere a frutto tanto potenziale. Il patron Colannino Piaggio / Alitalia vestito nel moto più “non-motociclistico” possibile non parla di moto ma di piano quinquennale, come il Breznev della Unione Sovietica che fu. C’è speranza per la Moto Guzzi della finanza? Le decine di migliaia di motociclisti che camminano per le afose strade del lungo lago, dai teppisti in giubbotto di pelle alle famiglie con bambini, lascerebbero ben sperare. Le moto parcheggiate sono bellissime, ma sopratutto lo sono quelle ormai fuori produzione. Delle attuali le uniche a smuovere emozione sono le V7 Classic e Café, strette nella loro ciclistica vintage e nel motore dalla potenza inadeguata. In Guzzi ne sapranno trasferire il fascino su qualche modello più performante? E riusciranno a produrre quelle V12 che per una volta tanti complimenti avevano riscosso al Salone della Moto di Milano di un paio di anni fa e di cui non si è più saputo nulla? O preferiranno far disegnare i modelli a venire dai commercialisti del gruppo Piaggio? Spero nell’impatto di queste “giornate mondiali”: non solo è stato un piacere viverle per noi che abbiamo partecipato, ma sono anche una bella evidenza del potenziale di Moto Guzzi per l’azienda e per i giornalisti. I motociclisti ci sono, e sono tantissimi; adesso tocca a Guzzi riuscire a produrre una moto che possano desiderare acquistare.


PS: come tutte le volte che arrivo in pellegrinaggio a Mandello sono stato a pranzo al Riva Granda, un ristorante a gestione familiare dalla grande cucina e dal piccolo prezzo, che consiglio a tutti coloro che passino da quelle parti. Nel pomeriggio, stroncato dall’afa e dalla folla, non sono riuscito a incontrare tutti gli amici che avrei voluto (e me ne scuso) e mi sono ripreso correndo (con moderazione) sulla sinuosa strada di lungo lago per poi imboccare la Val Sassina e poi le mitiche Valli Orobiche (comprese le gole della Val Taleggio) fino a Bergamo, da dove una pioggia battente mi ha accompagnato nella notte fino a casa.

Commenti

La Provincia di Lecco ha detto…
"Peccato per domenica, quando in mattinata si sarebbe dovuto svolgere il corteo delle Moto Guzzi d'epoca. La Casa dell'Aquila lo ha dovuto annullare per il temporale che infuriava proprio quando le moto sarebbero dovute partire dallo stabilimento di via Parodi in sfilata per le vie del paese.
Tanta delusione che però non ha guastato questa grande kermesse che, a detta di tutti, è stata davvero coinvolgente per le numerose iniziative che l'hanno caratterizzata".
Blue Bottazzi ha detto…
Mi informano che in realtà le moto si potevano provare, al Campo Sportivo mi si dice, Norge, Stelvio & Co...