Mi piace leggere le riviste di motociclismo, ma c’è qualche cosa della loro filosofia che mi lascia perplesso. Un esempio paradigmatico: Motociclismo, la più longeva rivista del settore (era già stagionata quando la leggevo da teen-ager, anche se allora preferivo “Motocross”), ed anche una delle più autorevoli, ha dedicato la copertina ad una MV Agusta, titolando a lettere cubitali: 311 km/h!
Il titolo è ben rappresentativo della filosofia delle riviste di motociclismo di oggi. Negli articoli e nelle prove vengono esaltati la potenza (i benedetti cavalli!) e la velocità di punta. Si leggono cose come “con il passaggio ad Euro 3 la potenza è stata sacrificata da 110 CV a 107”. Sacrificata?
Allo stesso modo si esaltano le moto speciali, quelle super costose o enduro pesanti 240 kg o con una sella alta 90 cm. Meglio sarebbe che queste riviste cambiassero il loro nome in MotoGP!
Sarebbe come se una rivista come Quattroruote esaltasse solo le vetture supersportive e di una berlina lamentasse una potenza inferiore a quella delle monoposto.
In questa esaltazione di falsi miti, le moto giapponesi sono da anni in prima linea alla rincorsa di potenze sempre più ridondanti e inutili, con motori che marciano a 12.000 giri. Vengono vendute supermoto travestite da stradali, con la scusa che verranno “spinte” solo in circuito. Come se fosse credibile che durante la settimana i loro piloti su strada circolino a 90 km/h.
Sulle liste di discussione dei motociclisti è comune trovare l’esaltazione di velocità di crociera oltre i 200 km/h e l’atteggiamento generale è quello della moto come zona franca per i limiti di velocità e le regole del codice della strada, oltre che quelle del buon senso.
Il risultato è che quando scegliamo la moto, anche se non siamo più pivelli, ci lasciamo bene o male influenzare da questo modo di pensare. Una moto da 750 o da 800 cc ci sembra piccola, una moto comoda ci sembra sfigata, una moto leggera inadeguata. E siamo portati a comperare o comunque desiderare moto molto più potenti, veloci o pesanti di quanto in realtà ci serva.
Io non credo al proibizionismo: ormai ci sono fin troppe regole nella nostra società. Però credo che non farebbe male diffondere una cultura del buon senso, dove le doti di una motocicletta dovrebbero essere altre che potenza e velocità massima, che non dimentichiamo nel nostro paese non può essere superiore ai 130 km/h in autostrada.
Non esiste una sola cultura motociclistica, come non esiste un solo tipo di motociclista. Ma quella della velocità, del sorpasso e della accelerazione non dovrebbe essere incoraggiata, specie quando il suo prezzo è quello di trenta vita umane alla settimana. Come dovrebbe essere chiaro anche ai giornalisti che i pregi di una moto devono essere quelli coerenti con il suo scopo: un costo abbordabile, la comodità, il confort, la coppia sono doti, non difetti.
Di recente ho visto un documentario di due motociclisti che tentano di attraversare il Tibet su BMW GS. Su piste infangate ed impossibili le GS non riescono a stare in piedi perché sono troppo alte perché il pilota possa aiutarsi con i piedi. Viceversa un tizio della troupe si muove con un certo agio con una piccola motocicletta russa acquistata ad un mercatino per poco più di mille euro. Questo aneddoto dovrebbe insegnare qualche cosa sulla moto “for the rest of us”.
Commenti
Comunque la Stelvio, considerato quello che offre il mercato (una marea di moto tutte uguali da classificare in catafalchi, frullatori e "suicidati alla prossima curva"), me la tengo ancora per la prossima stagione... Poi si vedrà.
Vediamoci noi piuttosto prima dell'inverno, magari in Val Trebbia, a Bobbio con gambe sotto il tavolo.
Saluti
Silvio (per gli amici Pierix)
per il resto concordo con blue e pierix, in generale, nel particolare continuo a preferire il 1200 gs....
a presto
Solo le riviste di settore in effetti continuano ad esaltare le prestazioni, ignorando dati importanti come i consumi e la facilità di guida. Le condizioni del traffico e delle strade oggi non permettono più di guidare come venti-trenta anni fa, emulando le gesta dei piloti...